Intervista a Daniele Incicco dei La Rua: il bilancio sul loro percorso ad Amici e i progetti per il futuro…chi tifa in finale? Sergio!?!?…cosa è successo nella casetta e non abbiamo visto in TV?
Il portale “Blogo” ha raggiunto ed intervistato Daniele Incicco, frontman dei La Rua, ponendogli domande molto interessanti, le risposte non sono state da meno…specie le ultime due, buona lettura:
“D: Daniele, leader dei La Rua, settimi eliminati alla fase serale di Amici 15: si può tracciare un bilancio della vostra esperienza?”
“Il pomeridiano è iniziato sottotono, dovevamo uscire dal concetto di piazza per entrare in un contesto televisivo. Il passaggio è stato complicato, non eravamo abituati ai perfezionismi. Anzi, siamo sempre stati una band che lavora di pancia, sull’energia del momento. E’ stato complesso capire come canalizzare questa energia senza farla risultare poco precisa. Non credevamo neppure di finire al serale. Invece siamo riusciti a confluire questa energia nel migliore dei modi anche con l’aiuto di Elisa, abbiamo raffinato tutto e piano piano cominciato a raccogliere piccoli risultati”.
“D: Il serale ha segnato una svolta. La vostra musica è cambiata rispetto agli inizi…”
“Noi siamo dei musicisti, ci piace variare. Fosse per me, darei ad ogni canzone un sound diverso, ogni tematica si porta con sé una necessita sonora. Questo era un passo che avremmo fatto nonostante Amici, avremmo comunque condito il nostro sound con della modernità per portarlo verso un pubblico più ampio. L’esempio massimo si è palesato nella canzone dei Who: abbiamo tenuto il banjo ed un andamento hip hop ma l’abbiano mischiato con un’elettronica pesante. E’ stato un’esperimento sonoro che tiene conto del passato ma guarda al futuro e alla modernità”.
“D: Quanto ha contribuito Elisa?
“Elisa è stata fondamentale perché ci ha assegnato dei brani che noi non avremmo mai pensato di poter fare. Ci ha spinto verso la direzione dell’osare. Ci ha chiesto ed imposto di avere una bella pacca sonora e provare a mischiare tutto senza paura”.
“D: Addirittura hai detto che prima di questa esperienza non sapevi cantare. Cosa intendevi?”
“E’ vero. Non avevo mai studiato. Ho passato dieci anni a lavorare come un pazzo, sempre tenendo uno spiraglio aperto verso la musica, facendo concerti alla sera o scrivendo pezzi durante le pause pranzo. Non avevo avuto tempo di studiare, stando dentro la scuola di Amici per quasi un anno ho avuto l’occasione di imparare un sacco di cose. E’ stata un’università: son passato dal non saper usare il diaframma a conoscere le scale di voce”.
“D: Qualche anno fa avevi pure avuto un problema alla voce, avevi rischiato di non poter tornare a cantare.”
“Nel 2007 mi sono dovuto operare alle corde vocali, me le hanno tagliuzzate e mi avevano messo in guardia: avrei potuto non cantare più. E’ stato devastante. Ho tenuto duro, ho dormito quattro ore per notte e ho sempre tenuto accesa quella fiammella. La musica, almeno per me, è una necessità”.
“D: ‘Il sabato fa così’ è uno degli inediti presentati ad Amici. Ed è anche quello scelto da Universal come singolo.”
“Questo singolo è nato grazie alla mia esperienza lavorativa. Noi affidiamo ad un unico giorno della settimana, il sabato, la nostra felicità ed il divertimento. Ho voluto mettere in luce questo concetto con una canzone che avesse un andamento carico ma non abbastanza sulla strofa mentre esplodesse sul ritornello. La canzone si chiude con una frase che traina tutto verso l’uscita: ‘Il sabato è un bisogno viscerale, il futuro ha troppa fretta di arrivare’. Il sabato, in definitiva, è un momento in cui il tempo si ferma e possiamo dedicarci a noi stessi”.
“D: State già lavorando all’album di inediti?”
“Ci stiamo lavorando con Universal. Una canzone è nata anche durante il percorso di Amici, è una delle più importanti. Il disco non conterrà cover perché credo che una band debba parlare con le proprie parole e comunicare con le proprie canzoni. Le cover ci saranno nei live, ma nell’album è importante avere la propria voce”.
“D: Ha fatto discutere il bacio ‘gay’ con il tuo compagno di band. Ce lo vuoi spiegare in virtù della recente approvazione della legge sui diritti civili?”
“Non dovrebbe far rumore un bacio fra due uomini. Dovrebbe far rumore la violenza, la povertà, la miseria. Noi ci siamo fatti strumento della canzone: Non ho la tristezza parla di una libertà emotiva, etica, morale. E per me la sessualità dovrebbe rientrare in questa libertà. Credo che l’amore debba essere legalizzato… e allora quale modo migliore di esibirlo durante un contesto così importante e seguito soprattutto dai giovani? Io mi volevo rivolgere a loro”.
“D: Spesso Rudy Zerbi vi ha criticati. Cosa accettate e cosa rispedite al mittente?”
“Le critiche son sempre positive, si crea una piccola speranza che tu possa migliorare. D’altro canto, quando una persona mi dice che ho una band monca, tanta è la fede che ho nei confronti dei miei ragazzi e del progetto che tiro fuori gli artigli e divento la persona peggiore che si possa incontrare. Non mi incaz*o per niente al mondo, ma se mi vengono toccati i ragazzi o la band…”.
“D: Com’è stata, invece, la permanenza di casetta con gli altri Bianchi?”
“Io sono una persona accomodante. Difficilmente discuto con le persone, sono un giocherellone, preferisco fare disastri. Inizialmente con Alessio mi sono divertito come un pazzo perché era peggio di me, esageratamente folle. Poi piano piano le cose son cambiate, cresceva la competizione all’interno della casetta anche se a me non piace”.
“D: Siamo ad un passo dalla finale, chi tifi?”
“Nell’ultima puntata mi ha emozionato talmente tanto Sergio che ho deciso di fare il tifo per lui. Potrebbe vincere”.
Mi dispiace che la sua esperienza si sia “guastata” nella fase finale, ma Amici resta comunque una gara, con un montepremi finale importante, che tutti vogliono vincere e si è fondamentalmente avversari; soprattutto nelle ultime puntate può capitare che ci siano delle incomprensioni…poi vedere il proprio sogno sparire a due puntate dalla fine non è davvero una bella cosa.
Voi cosa pensate delle sue risposte?