Buongiorno fanciulle
Svegliaaa! Sciani? E’ ora di alzarsi! Guardatelo, il mio dormiglione, quanto è cicciotto! Pensate che non entra più nella sua culla, quindi si deve accontentare di dormire per terra almeno fino a Natale, quando il Coniglio Natalino gli porterà un lettino nuovo e comodo.
Oggi è lunedì 5 Dicembre e apriamo la strada alla seconda settimana d’Avvento.
Si festeggia San San Basso di Nizza vescovo e il proverbio ci dice ”Dicembre imbacuccato, grano assicurato”.
Ecco cosa è accaduto in questa giornata, qualche anno fa:
Nel 1484 iniziò la terribile caccia alle streghe. 3 milioni di persone furono perseguitate ed uccise, questo fu un terribile fenomeno del quale troppo poco si parla.
Nel 1980 il gruppo musicale Led Zeppelin si sciolse in seguito alla tragica morte del batterista John Bonham.
Vicoline care per la ricetta di oggi esaudisco una grande richiesta di alcune di voi.
Nel post dedicato al Natale, che vi invito a commentare con ogni tipo di proposta o considerazione su questa bellissima festività , tante di voi parlavano dei buonissimi ”struffoli”, un dolce Campano che però ha fatto il giro del mondo.
In realtà questo dolce proviene dall’antica Grecia, durante la colonizzazione giunse fino al golfo di Napoli ed è greco anche il vero nome ”strongoulos”, ovvero ”rotondo”.
In molte regioni d’Italia questa ricetta appartiene alla tradizione natalizia, e ciascuna regione chiama gli struffoli a modo suo: in Calabria vengono chiamati ”turdiddi”, in Abruzzo e nelle Marche ”cicerchiata”, mentre in Sicilia ”stufoli”, una cara Vicolina mi ha raccontato che nel suo paese si chiamano ”aspirapolveri”.
Comunque, questo dolce è caratterizzato dall’aspetto (ed il sapore) molto piacevole e prepararli in casa non è difficile come si crede.
Consiglio vivamente a chi ha bambini in casa di farsi aiutare da loro nella preparazione degli stuffoli, sarà occasione di divertimento e condivisione.
Ingredienti:
700 gr di farina 00
120 gr di zucchero
150 gr di burro o margarina
1 pizzico di ammoniaca per dolci
1 bustina lievito per dolci
4 uova
2 bustine di vanillina
1 bicchierino di rum
1 bicchiere d’acqua
scorza di un limone grattugiata
olio per friggere
400 gr di miele
codette di zucchero per decorare
Procedimento:
Organizzate il piano di lavoro disponendo la farina a fontana e aggiungendo lo zucchero, le uova, il burro morbido, la vanillina, la scorza di limone grattugiata e il lievito setacciato.
Impastate bene fino ad ottenere un panetto di pasta liscio ed omogeneo. A questo punto fate riposare l’impasto in luogo tiepido (basta avvolgerlo ad una copertina) per 3 ore.
Trascorso il tempo stabilito, stendete la pasta e ricavatene dei cordoncini di circa 1 cm di diametro.
Tagliateli per ottenere tanti cubetti, poi con le mani, appallottolateli.
In un tegame scaldate olio in abbondanza e friggete le palline di pasta fino a che non saranno ben dorate. Scolatele sulla carta assorbente e fatele raffreddare.
In un altro tegame fate scaldare il miele assieme ad un bicchierino di Rum e ad un bicchierino d’acqua portandolo fino ad ebollizione.
Quando gli stuffoli saranno freddi, passateli (pochi alla volta) nel composto di miele e rum e girateli velocemente.
Appena li togliete dal tegame, disponeteli su un piatto dandogli la forma che preferite (io opterei per l’albero di Natale).
Terminate decorando la superficie con le codette colorate. Lasciate intiepidire e servite.
Buon appetito!
Ed ora la rubrica dedicata ai dilemmi…natalizi!
Dunque, l’altra sera a casa di nonno ho ascoltato la conversazione delle mie cuginette. La più grande, di 9 anni, aveva dei dubbi riguardo l’esistenza di Babbo Natale e la sorellina, di 7 anni, provava a farla ragionare:
-Ma come osi dire che non esiste? E allora, secondo te, la casa delle barbi l’anno scorso chi ce l’ha regalata? E Ciccio bello bua?
-Può avercela comprata mamma oppure babbo…
-Assolutamente no! Costano troppo e mamma ci aveva detto che siccome ci siamo comportate male non ci avrebbe regalato nulla…menomale che è arrivato Babbo Natale!
-E vabbè, comunque non puoi dire che esiste perchè non l’abbiamo mai visto!
-Invece si! Quel giorno che è venuto a casa nostra!
-Ma vai, quello era zio Bao (Bastiano, mio padre ) mascherato …non hai visto che non aveva le renne?
-Le renne erano fuori, non ci siamo mica affacciate alla finestra!
Mentre le ascoltavo, e mi facevo pure qualche risata, ragionavo su quanto la storia del vecchietto dalla lunga barba bianca che la notte di Natale porta regali ai piccini, abbia accompagnato milioni di generazioni senza mai stancare e quanto sia deludente per tutti scoprire che in realtà non esiste.
Quella magica attesa fino alla magica notte, l’entusiasmo nello scrivere la letterina e la fretta di spedirla (perchè altrimenti gli elfi ricevano prima quella di un altro bambino e di conseguenza fabbrica prima altri giocattoli ), l’ansia se per caso scappa qualche capriccio perchè sotto l’albero si potrebbe trovare solo cenere e carbone…quante emozioni!
E poi il confronto con gli amici:”Cosa vuoi da Babbo Natale?”, l’emozione della vigilia quando bisogna preparare un bicchiere di latte e qualche biscotto per accogliere al meglio colui che arriva con le sue renne direttamente dal Polo Nord.
Finalmente arriva il grande giorno e non c’è miglior sveglia della curiosità di vedere se Babbo Natale è passato e soprattutto cosa ha lasciato.
Io a Babbo Natale ci credevo tanto, ma tanto tanto. Forse sono stata la bambina che ogni anno lo attendeva con più ansia e senza avere dubbi sulla sua esistenza, e ricordo bene che ogni anno era una missione per me convincere alcuni miei compagni di classe che ormai avevano perso l’ingenuità e avevano capito che dietro la figura del re dei giocattoli c’era lo zampino di mamma e papà.
Quando si avvicinava il Natale seguivo con pazienza le pubblicità che si susseguivano sul famoso Bim Bum Bam, la trasmissione pomeridiana per i piccoli dove venivano trasmessi i più bei cartoni (ora invece ci sono cento mila canali per i piccoli che trasmettono solo cartoni poco educativi ) e ad ogni giocattolo che facevano vedere urlavo:-Lo voglio!
Poi raccoglievo i vari cataloghi delle giocattolerie e cerchiavo in rosso le cose che mi piacevano di più e in un secondo momento le numeravo. E infine arrivava il momento di scrivere la letterina, mi armavo di foglio e penna e scrivevo una lista infinita…di addirittura 100 posti! Al contrario, mia sorella manteneva l’umiltà che da sempre la caratterizza (eh si siamo proprio diverse! ) e neanche si preoccupava di scrivere la lettera, semplicemente diceva:-Quello che mi porta, mi porta!
Addirittura una volta squillò il telefono, andai a rispondere e sentii proprio la voce di Babbo Natale! Per poco non mi misi a piangere…lui mi domandò cosa volessi come dono e io gli feci l’elenco completo e alla fine gli dissi:-Saluta gli elfi!
Mai siamo rimaste deluse da Babbo Natale, anzi ogni anno era una sorpresa in più, una certezza in più.
Giocattoli che i nostri genitori non ci avrebbero comprato mai (come la casa dei Coccolotti, oppure la carrozzella per le bambole col manico estendibile fino a 93 cm; giusto per citarne alcuni ) improvvisamente li trovavamo sotto l’albero.
Poi arrivò un giorno, ero in prima media e il Natale si avvicinava…quella mattina ero uscita prima da scuola ed ero tornata a casa quando ecco che trovai la porta dello sgabuzzino aperta e mi avvicinai per chiuderla, visto che mamma ci aveva raccomandato di non aprirla perchè il ripostiglio doveva essere imbiancato. Ma quando mi avvicinai vidi dei pacchi regalo di varie misure e capii subito che quello si trattava del bottino di Babbo Natale che però non esisteva, proprio come sosteneva una mia amica.
Naturalmente fui dispiaciuta, però per paura di non ricevere quei regali e soprattutto per non rovinare il Natale a mia sorella decisi di fare finta di nulla.
E così fu per qualche altro anno, fino a quando non fu proprio mia sorella a dirmi:-Ma tu lo sapevi che Babbo Natale in realtà sono i nostri genitori? POPCRNS
-No…-dissi io.
Terminate queste riflessioni, sono entrata nella stanza dove mie cugine stavano parlando e ho raccontato loro le forti emozioni che l’attesa di Babbo Natale mi trasmette e poi ho cercato di convincerle mostrandogli la foto del villaggio del simpatico vecchietto, che propongo anche a voi :
-Ma allora esiste davvero? – mi hanno chiesto incredule.
-E certo-ho risposto io-avevate dubbi? THIINKING
Insomma Vicoline, l’importante è crederci!
E voi quando e come avete scoperto che in realtà Babbo Natale non esiste?
Raccontatemi tutto!
Alla prossima!