Intervista di Maurizio Costanzo a Francesco Totti
Ieri abbiamo potuto assistere all’intervista di Francesco Totti all’interno del programma di Maurizio Costanzo, tifoso romanista e letteralmente “innamorato” del capitano della Roma.
Per chi se la fosse persa ve la riportiamo grazie al lavoro di trascrizione del portale “pagineromaniste.com”, Francesco e Maurizio sono amici da anni e ne è nata una piacevolissima chiacchierata, buona lettura:
“Partiamo da un filmato su Ilary…”
“E’ un’emozione.”
“Ilary è Magica…”
“Indubbiamente.”
“Con lei hai faticato un po’?”
“Inizialmente sì, lei era fidanzata, viveva tra Roma e Milano, in quel periodo faceva la letterina. Non avevo la possibilità di conoscerla a 360°. Mi ha colpito subito, mi ha colpito lo sguardo. Un colpo di fulmine da parte mia, da parte sua non penso. E’ la persona più importante che ho vicino, mi dà stabilità e serenità. Oltre ai miei figli.”
“La storia della Ferrari?”
“Non posso raccontarla.”
“Pare che ti sei presentato al volante di una Ferrari al primo appuntamento e ad Ilary non piacque e non ci fu nemmeno un bacio quella sera…”
“Questo fatto non è vero. E’ successo che il giorno prima mi si ruppe la macchina. Avevo una Mercedes ML, che portai dal meccanico. Avevo una Smart, che prese mia madre nel pomeriggio, mi rimase solo la Ferrari, ho detto “Mo che faccio?”. Non potevo andare da lei con il Ferrari. Le ho scritto “Ho un piccolo problema, ho solo la Ferrari è un problema venirti a prendere con quella?”. Lei ha detto di no. Nessuno sapeva dei nostri incontri, siamo andati al cinema e a cena, ma l’ho baciata quella sera.”
“Tu eri già innamorato?”
“Io il primo giorno che l’ho vista ho detto che era la donna della mia vita. Era una sensazione, a pelle, se punto una cosa cerco di arrivare fino in fondo.”
“Le hai dedicato una maglia…”
“E’ unica in tutto. Non voglio fare lo smielato, sono 15 anni che sono sposato. 12 di matrimonio più altri di fidanzamento. Mi dà stabilità.”
“Come ti immagini nella vecchiaia con Ilary?”
“Diventeremo campioni di Burraco. Andremo a fare tornei da tutti gli spizi, giriamo ovunque. Giochiamo già spesso. Smetteremo entrambi il lavoro e staremo sempre insieme.”
“Il selfie con la Curva?”
“E’ stata una cosa differente e particolare, nessuno se lo sarebbe aspettato, neanche io.”
“Cosa facevi da ragazzo?”
“Dalle 2 alle 4 c’era lo studio dopo la scuola. Io studiavo sempre fuori dal balcone, ero al primo piano. Appena sentivo il rumore del pallone scendevo e giocavo fino alle 8. Chi c’era c’era, sfidavo tutti. Era una mia passione, era il destino.”
“Cosa avresti fatto senza fare il calciatore?”
“L’ho sempre detto, avrei fatto il benzinaio. Mi piaceva l’odore della benzina e poi vedevo sempre i loro portafoglio pieno di soldi. Poi crescendo ho capito che non erano loro i soldi. E’ un lavoro come tutti gli altri. Ma ero piccolo.”
“C’è un gol indimenticabile?”
“Anche se è banale dirlo è quello dello scudetto. E’ un gol che speravo che facessi prima o poi in questi 25 anni di carriera. Fortunatamente ci sono riuscito sotto la curva. E’ un sogno che sono riuscito a realizzare. Ce ne sono altri abbastanza belli, ma quello è differente, ha un significato differente.”
“La tua famiglia?”
“Sono le persone che mi hanno dato tutto in qualsiasi momento.”
“E’ stata la festa del papà…”
“E’ soprannominato lo Sceriffo. Perché qualsiasi cosa che gli chiedi lui riesce ad averla dopo due minuti.”
“Tuo padre ha detto che tuo fratello era quello bravo dei due…”
“Lui ha sempre detto, non so se lo diceva apposta o no. Riccardo era bravo, solo un po’ svogliato, senza la mia passione. Lui non segnava, io facevo tre gol, ma lui era più forte di me. Mi diceva che ero una pippa, facevo tre gol e mi diceva che ne dovevo fare sei. Sa che è una scemenza, lo fa per stimolarmi. E’ pure giusto che Riccardo si prenda gli encomi. Mio padre c’ha sto pensiero, sto chiodo fisso. Forse me lo dirà quando smetto: “Ti ho preso in giro per 25 anni”.”
“Sei stato un bravo figlio?”
“Sì, mi hanno insegnato tanto. Educazione e rispetto. Anche a Riccardo. Non ci hanno fatto mai mancare niente.”
“Tuo fratello?”
“Ci vado molto d’accordo. Guai a chi lo tocca. Siamo una famiglia unita, solida, abbiamo sempre fatto quello che dovevamo fare. Viene anche in trasferta, non solo in casa, anche se non gioca. Gli dispiace che non mi vede giocare come giocavo 5 o 10 anni fa, ma mi segue lo stesso. A me dispiace non gioca’, dispiace un po’ a tutti.”
“Io me la prendo con Spalletti…”
“Lei sì, io no. Sono sue scelte e le rispetto.”
“Caro Spalletti fatti un esame di coscienza…”
“Non ci guarda lui.”
“Abitavi a Porta Metronia, che ricordo hai?”
“Mi ricordo quando giravo col motorino, mio padre lo parcheggiava in garage e facevo i giri subito, glielo rubavo. E’ un’infanzia difficilmente dimenticabile. Purtroppo non ritornano quei tempi, ma ce li siamo goduti.”
“Non c’è dono maggiore nella vita che godersi i genitori per tanto tempo…”
“Certo. Mio padre è verace, è trasteverino.”
“Clip sulla famiglia Totti…”
“Mi volete far piangere? Cristian gioca con il pulcini della Roma. Ogni tanto sono entrato in campo tenendoli per mano Cristian e Chanel. Isabel ha solo un anno. Chanel vorrebbe fare tante cose sentendo lei, ma le piacerebbe più di tutti fare la veterinaria. E’ fissata con gli animali.”
“Cristian è orgoglioso di avere un papà come te…”
“E’ innamorato pazzamente di me. Mi scruta dalla mattina alla sera, dalla testa ai piedi. E’ incredibile. Lo stesso pensiero mio nei suoi confronti. Ognuno ha un amore diverso. Lui è il primo, Chanel è donna, già interagisce. Isabel mi ha levato la vita, ha chiuso il cerchio. E’ un amore in tutto, non perché è mia figlia.”
“Quarto figlio?”
“Tra poco penso che potremmo… Tocca fa il maschio, sennò Cristian ci rimane male. Ce lo ha chiesto lui un maschio.”
“Che padre sarai con tua figlia?”
“Sono abbastanza geloso, ma questa è la vita. Ci siamo passati noi e ci passeranno loro. La cosa che andrò a guardare in particolar modo è il ragazzo, ma non l’estetica, piuttosto la famiglia che ha dietro. Sicuramente sarò rompipalle, avranno un papà bravo che spiegherà tante cose.”
“Racconti favole?”
“No, più Ilary.”
“Come vi dividete i compiti?”
“Ognuno ha uno sport diverso. Cristian va a calcio, Chanel va a danza. Io porto lui e Ilary porta lei. Fanno i compiti dopo che tornano. Sulle materie come matematica aiuto io, su quelle in inglese ci pensa Ilary. Loro vanno a scuola inglese.”
“Ilary ha una grande dolcezza?”
“Lei ha sempre voluto tanti bambini, ma quando ha avuto Cristian non eravamo pronti a fare i genitori veramente, genitori a tutto tondo. Mano a mano che passava il tempo siamo riusciti a capire le vie giuste.”
“Se Chanel e Isabel si fidanzano con un tifoso della Lazio?”
“Il problema è loro, mica mio. L’importante è che le trattano bene, il resto passa in secondo piano.”
“Cristian è romanista?”
“È malato. Viene allo stadio, quando non c’è Ilary viene col nonno o lo zio. La sera un po’ meno. È tifosissimo, quando non gioco si innervosisce.”
“Farti entrare a cinque minuti?”
“Evidentemente servivo per cinque minuti in quella partita.”
“Per me è una stronzata…”
“Ma non perché è Spalletti o Totti, ma un giocatore non ti può risolvere la partita in cinque minuti.”
“Lui perché non guarda la tv?”
“Ce l’ha la tv, ma forse non guarderà il programma. L’importante è che io non abbia detto a lei di dire così.”
“Continuerai ad occuparti di calcio e della Roma?”
“Dovrei.”
“Hai mai pensato di mollare il calcio?”
“No, mai. C’è stato un momento in cui stavo pensando di andare via da Roma, direzione Madrid. C’è mancato pochissimo. Non potevo andare in un’altra squadra in Italia, per rispetto della gente e dei tifosi.”
“Sapevi dell’intervista di Ilary alla Gazzetta?”
“No, l’ho saputo la sera prima che uscisse. L’aveva fatta dieci giorni prima. Lei rideva a cena quella sera. Le dicevo “Che te ridi?”. E mi ha detto che aveva detto che Spalletti era un piccolo uomo. Lì per lì pensavo che scherzasse.”
“Spalletti ha detto “Se Totti non rinnova me ne vado”…”
“Si lo ha sempre detto, non so il motivo. Ma io una domanda gliela vorrei fare. Gli chiederei “Vuoi che firmo e poi non gioco, che firmo a fa?”. Ma è così per scherzare. E’ un allenatore fortissimo, spero che la Roma lo possa tenere, è l’allenatore del futuro, può far vincere la Roma. Serve a questa città, conosce bene l’ambiente e tante cose. Ormai io sto a fine carriera, lui deve pensare al futuro. Spero che possa rimanere veramente.”
“Ti piacerebbe allenare la Roma?”
“No, perché non farò mai l’allenatore. Non mi piace, sto uno contro trenta. I giocatori so una massa di paraculi e quando si mettono tutti insieme.”
“Giustifichi Spalletti?”
“Lui ha fatto una scelta di vita. Lui è stato giocatore e ora allenatore, io non farei mai l’allenatore.”
“Ti piace vedere il modulo di gioco tuo riferito ad altri?”
“C’ho pensato, ma i moduli so quelli. Io mi diverto a giocare, finché non mi passa la voglia di divertirmi mi dispiace smettere. Vado al campo e mi diverto. Mi diverto tutti i giorni. Solo al pensiero di andare nello spogliatoio con tutti i giocatori e di giocare in campo, correre e fare partitelle mi fa divertire. E’ la mia vita. Se vado al campo scoglionato, senza voglia di correre, sono il primo ad alzare il braccio. Ancora mi diverto.”
“Finché hai questa vocazione…”
“Vediamo a fine anno cosa succederà. Mi scade il contratto da giocatore e dovrei smettere. Scade a giugno. Vuoi fa un appello a Pallotta? (ride, ndr). Io so già quello che voglio fare e che farò.”
“Ho pensato a quanto soffrissi il fatto di essere messo da parte…”
“Spalletti l’hai puntato proprio. Il tifoso la pensa così, è giusto.”
“Ne abbiamo fatte varie di interviste…”
“So passati degli anni, tutti ricordi belli.”
“Sanremo?”
“E’ stata una giornata particolare. Scendere per la prima volta le scalinate di Sanremo non era semplice. Solo chi le scende lo capisce.”
“Ti piace fare la tv…”
“Mi emoziono più che altro. Poi con alcune scene mi diverto.”
“Non usi copione…”
“E’ tutto istintivo. Improvviso sempre, è una cosa mia che ho sempre avuto.”
“Quante volte vi hanno proposto un programma a te e Ilary insieme?”
“Tante, soprattutto ora che sto smettendo di giocare. Io che dico? Ci penserò. Dipende anche da mia moglie. Per lei è il pane quotidiano, per me è un altro tipo di lavoro. Una cosa è farlo così una volta ogni tanto per divertimento. Non so se farlo giornalmente mi piacerà come lo faccio adesso.”
“Ho rivisto con grande gioia Carletto Mazzone, è stato un secondo padre…”
“Sì, io esordii in Serie A con Boskov e poi l’anno successivo venne Mazzone. Ho avuto la fortuna di conoscere una gran bella persona, un uomo vero. In quel periodo era veramente come un padre, levato mio padre Enzo. Sul lato calcistico era il top del top in quel momento. A quell’età è facile perdersi, mi ha gestito bene. E’ una persona vera, mi ha dato tutto e io in quel contesto ho cercato di dargli tutto, contraccambiando.”
“La sera che la Roma vinse lo scudetto Capello mi chiamò…”
“Una telefonata inaspettata. Lui è il numero uno degli allenatori a fare una squadra competitiva per vincere. E’ fortissimo.”
“Chi ti piace di più dei colleghi?”
“Maradona è il calcio, è su un altro pianeta. Messi e Ronaldo sono due extra-terrestri, sono giocatori dieci gradini sopra a tutti. Baggio ha fatto la storia del calcio italiano, una grande persona dentro e fuori dal campo. Alex (Del Piero, ndr) ha fatto la storia della Juve, ha vinto tutto quello che c’era da vincere, abbiamo vinto il Mondiale insieme, è un amico. Cassano è matto di testa, ma con i piedi è quello con cui mi sono trovato meglio. Lui adesso è senza squadra, è libero, è un peccato. Per me ha fatto il 50% che poteva fare. Se fosse rimasto a Roma avrebbe fatto quasi la mia stessa carriera. Ma ha preferito ascoltare altre voci.”
“Cosa ruberesti a uno di questi?”
“La velocità con la palla al piede di Messi e Ronaldo. Le cose che fanno loro neanche sulla playstation riesci a farle.”
“Potrebbe succedere…”
“Non è facile, non ci stanno i tempi, sono ristretti. Poi dicendo la verità non siamo all’altezza di Real, Barça e Bayern.”
“Andresti in Cina?”
“Non sto sentendo, ma qualcosa si muove. Non è vicina, non è semplice, dovrei spostare tutti, però…”
“A Spallè pensa se Totti va in Cina…”
“Mi porto pure lui (ride, ndr).”
“Se la Juventus offrisse un ruolo a Cristian?”
“Io gli direi accetta. Non deve fare quello che ho fatto io. Se lui ha la voglia e l’intenzione di cambiare squadra è giusto che lo faccia.”
“Ilary che ha pensato vedendoti ora?”
“Sicuramente nei suoi confronti ho acquistato mille punti per quello che tu hai detto oggi.”
“Tra un anno dove ti vediamo?”
“(sospiro, ndr). Le possibilità sono tre: o sui campi di calcio, o dirigente della Roma con punto interrogativo non so cosa fare, ma non dietro la scrivania, non mi ci vedo proprio, oppure lasciare il calcio. Qualcosa ho in mente, sto riflettendo tantissimo su quello che ho intenzione di fare, ho preso quasi una decisione, però aspetto maggio-giugno. Non la dico. Può darsi che la cambierò.”
“Assicuratore?”
“No no, al massimo posso andare a fare il procuratore, andando a cercare talenti in giro per il mondo. Qualcosa di calcio dovrei capire, se so fortunato.”
“Cerca pure un allenatore…”
“Bravi bravi? Ce ne stanno.”
“Hai fatto molta beneficenza…”
“Preferisco non dirlo.”
“Grazie Francesco…”
“Grazie a lei.”
Cosa pensate delle sue dichiarazioni?