Due si dovevano eliminare, così è stato. Se vi è parso. L’inferno di X-Factor riscalda meno del previsto, nonostante la presenza di Tiziano Ferro e Luca Carboni: duetto pregevolissimo, ma veramente pochi quei cinque minuti per ri-consegnare adrenalina a una puntata sottotono. Mika parte con voce bassa (in puro stile Michele Bravi). Colpisce, ma non cattura, il tributo di solidarietà alle Pussy Riot, in questo periodo processate
dalla giustizia russa per le numerose manifestazioni. Dicevamo, eliminati Roberta Pompa (accademica la sua “True Colors”) e gli Street Clerks: restiamo sorpresi, questa settima edizione avrebbe dovuto giovarsi ancora un po’ di una boyband non proprio da buttare…
Morgan, da Ziggy Stardust a John Lennon
X-Factor si conferma talent show che fa spettacolo. Le canzoni sembrano quasi degli spot pubblicitari di 100 secondi, a dominare sono sempre (o dovrebbero essere) i siparietti tra giudici, gli ospiti, coreografie e scenografie. In testa a tutto quel geniale (musicalmente è una spanna sopra tutti) saltimbanco di Morgan che, dopo i suoi omaggi a Lou Reed e David Bowie, decide di mascherarsi da John Lennon. Il suo “Peace & Love” è contraltare perfetto al tema della puntata, “Hell Factor”. Se questo è l’inferno, i Sanremo di Baudo Pippo erano una vera apocalisse, per pathos e polemiche…
“Le persone silenziose”
Luca Carboni conferma, una volta di più le sue doti da cantautore originale e incisivo. Pregevole il duetto con Tiziano Ferro (nuovo album-raccolta nel 2014, così annuncia sul palco), “Le persone silenziose” fu scritta da Carboni nel 1998 e recentemente ri-arrangiata insieme all’artista romano. Dopo il Pussy Riot Tribute, ecco Morgan-John Lennon subito beccato da Mika: “Dov’è Morgan? Te lo sei fumato? Sembri la mia nonna“. Torniamo alla musica…
Fabio continua a salvarsi sul filo di lana, ormai ci ha preso gusto. Da Dalla agli U2. Gli Ape Escape, l’abbiamo detto, sono da ‘Premio della Critica’ (stravolgono, bene, “Mentre tutto scorre” dei Negramaro), mentre Valentina viene mortificata da una scelta lontana dal suo stile (Bruno Mars, perché?). Andrea (estratto di “Grease” tutt’altro che trash) è il più convincente della puntata: al suo fianco mettiamo Michele Bravi, praticamente perfetto nel mantenere una linea interpretativa per tutto il tempo del suo omaggio punk-rock a “Il tempo delle mele”. E’ leggero, positivo, solare: la dimensione live fa per lui, toccherà vedere cosa combina in sala d’incisione.
Street Clerks nascosti ed eliminati
La seconda manche è aperta da Gaia Galizia: novella e provocante catwoman in “Monnalisa” di Ivan Graziani (versione Marlene Kuntz: meno bella, suvvia). Gli Street Clerks sono condannati da una scenografia stracolma e ridondante: atmosfera da saloon con musicisti e ballerini a oscurarne la performance. Bene Aba, brava e bella, nonostante l’azzardo Beyoncé, mentre Violetta (trito e ritrito Asaf Avidan) porta con sè l’ukulele, senza suonarlo.
Tirando le somme, se Valentina canta (e convince) in italiano, non ce n’è per nessuno, anche se il timore è un altro: vuoi vedere che X-Factor 7 sarà ricordato per Katy Perry (ufficiale), Justin Bieber e gli One Direction, probabili ospiti della fase finale?