Il figlio Enrico presente in studio, ha difeso il padre, dipinto dagli altri come un uomo anaffettivo che non si è mai occupato dell’educazione e crescita dei figli:

“Mentre pranzavamo, in Svizzera, mio padre disse a me e mia sorella: “Se morite non mi interessa”. Nel tempo, questa frase è stata educativa, ci ha responsabilizzato. Nel momento in cui un genitore ti dice questo ti lascia libero delle proprie scelte. Lui è molto duro ma, in realtà, è buonissimo, è dolcissimo con me. Vuole bene a me, a mia sorella, alla nostra famiglia. Lavora 18 ore al giorno per noi. In realtà è fantastico. Non è il mostro che vuole apparire”.

Dunque se il figlio lo giustifica…chi siamo noi per condannarlo? Ricordiamo inoltre che Lemme è un ospite e non un concorrente effettivo, quindi farlo uscire non equivarrebbe di certo ad un’espulsione non credete? Voi lo vorreste fuori o dentro la casa a smuovere dinamiche altrimenti abbastanza statiche?