Giorni fa ho letto, nel sito dei dati statistici, un fatto allarmante ( che molto probabilmente si sa già…ma leggerlo in termini numerici e concreti, fa sempre una impresisone peggiore) …
Nei recentissimi testi INVALSI del maggio 2019, per monitorare il livello di apprendimento degli studenti , sopratutto in italiano e aritmentica , è venuto fuori che , IN TERZA MEDIA, IL 35 % ( quindi oltre un terzo) dei nostri ragazzi E’ NETTAMENTE ( sottolineo nettamente) INSUFFICIENTE NELLA LINGUA ITALIANA,…. parecchi di questi addirittura da bocciare, altri da rimandare …. insomma, cmq incapaci di districarsi nell’interpretare un testo anche di non eccelsa difficoltà, o peggio di scrivere un breve testo ( magari non banalissimo,ma non certo proibitivo ) senza fare strafalcioni lessico—grammaticali .
A me pare una percentuale notevole, che diventa allucinante nelle regioni del sud, dove gli insufficienti SFIORANO IL 50 PER CENTO ( uno su due)
Perchè questo? chi sono i mostri di turno? Gli insegnanti? la scuola come istituzione? i genitori? la società? i ragazzi stessi?
*********Mi piacerebbe avere un vostro parere sulle motivazioni ( sempre ammesso e non concesso che la cosa vi interessi)*********************
….io cmq vado contro–corrente! I cinque mostri sopra-elencati li considero tutti validi …MA NE AGGIUNGO UN SESTO : ovvero il proliferare in maniera esponenziale degli smart–phone !!!
Che non significa solo passare ore a chattare o leggere nei social ma significa anche PARLARE UNA LINGUA DIVERSA DALL’ITALIANO ! I nostri ragazzini, nel mondo social e phone , usano un linguaggio che è un autentico mostro di Frankestein , un mixer di inglese dialettizzato e italianizzato maccheronico , fatto sopratutto per semplificare al massimo e ridurre i concetti a codici e sigle ( spesso li usiamo anche noi adulti, attenzione! )
Ci sono termini che capisco si usino per velocizzare…per es. l’aggettivo lovvoso implica una serie di “status” troppo lunghi da descrivere in italiano …ma perchè diciamo io lovvo, invece di dire io amo?
Ho letto su fb un terrificante ” mi hanno CUTTIZZATO il commento! ” ( to cut vuol dire tagliare )…perchè non dire mi hanno tagliato, interrotto?
il verbo TO BAN significa proibire, bloccare, escludere …perchè diciamo allora io ti banno? non potremmo dire io ti blocco? ti proibisco? ok..ok…concordo, si tratta di un gergo ormai consolidato…
ma poi vengono fuori mostri ! come per es. tempo fa , mentre ero in fila ad una cassa di un ipermercato, ho sentito una mamma che diceva a suo figlio, sicuramente molto teenager: ‘insisti? e allora, stasera ti BANNO la tv …così impari!’ ( tradotto in italiano: stasera ti proibisco di guardare la tv )——oppure una mia amica insegnante che mi ha detto di aver letto in un tema di una sua alunna di seconda media (che voleva spiegare di essere diventata molto amica di una sua vicina di casa) …e ha scritto “sono proprio contenta di averla FRIENDIZZATA”
Di che parliamo allora?
by Nerio
Purtroppo anche a me capita di usare termini inglesi, non credo sia solo colpa dei social, ma anche dell’ingerenza di altre nazionalità nella nostra. Ormai è uso comuno usare anche sul lavoro termini come backup, tracking, back-front-office, ecc. ecc. L’italiano sta scomparendo
Sono contenta che si affronti questo argomento e purtroppo la situazione che descrivete è reale. La soluzione? Amare un po’ di più la nostra bella lingua ed usare termini italiani – che esistono! – invece di coniare nuove parole mostro con radice inglese e finale in italiano maccheronico. La colpa principale sta nella scuola, ci sono troppi insegnanti che non sanno l’italiano e purtroppo lo insegnano. Il problema è sempre lo stesso: un paese che non punta sull’istruzione è un paese senza futuro.
ciao Monica! ma non sei affatto in errore! l’inglese tecnico lo uso spesso anche io…ci sono termini consolidati che rendono molto piu’ immediato il concetto che un giro di parole italiano …ma si tratta pur sempre di vero inglese, anche se sintetizzato al massimo
sono i termini inglesi plasmati e italianizzati ad essere tanto ridicoli quanto deleteri !
TO LIKE vuol dire piacere , i likes i vari “mi piace” , ok ci puo’ stare…ma il verbo LIKKARE non esiste …peggio ancora, sulla falsariga si trasformano addirittura termini italiani per sintetizzarli in formato inglese : leggo spesso nei social , e anche qui , un ” ha cuorato il commento” …per dire che ha postato uno o piu’ cuoricini nel commento …ma cuorato è un termine inventato,…sarebbe il participio di un fantomatico verbo “cuorare”, ai limiti dell’assurdo
ho letto spesso anche liccare ( erano sparite pure le kappa, troppo difficili ) …se leggete ” mi ha liccato” …sinceramente, ditemi voi se non vi viene da ridere
Sono felice di rispondere a questo interessantissimo articolo apportando la mia esperienza. Io ho a che fare, tutti i giorni, con i bambini dai 6 ai 9 anni e vi posso assicurare che non solo usano termini non corretti e inappropriati ma noto anche una povertà lessicale e di contenuti spaventosa….Non sanno più raccontare e raccontarsi, non si cimentano più in letture di avventura o narrative, stanno ore dinanzi ad uno schermo impoverendo il loro intelletto e soprattutto il lessico .Ho un alunno che dopo qualche ora di lezione inizia a simulare con le mani ,sotto il banco, il movimento per giocare con la tastiera .E se anche i genitori ,che sono adulti, iniziano ad usare questo nuovo codici comunicativi, siamo messi proprio male….
Non so cosa stia succedendo nelle nostre scuole ma quel che ne vien fuori è un quadro veramente triste ed allarmante:Ho figli trentenni che non usano quasi mai i social, non scrivono o parlano il lingiaggio social ma nonostante tutto (avendo anche fatto le scuole superiori, anche se di indirizzo professionale) sono veramente scarsi a livello di italiano. Son più avanti io, so scrivere meglio io che mi son fermata alla terza media. Ora si fan tantissime ore di scuola ma se si va a vedere poi i contenuti son superficiali per non dire scarsi. Non so se sia colpa delle classi pollaio, dei troppi programmi differenziati e personalizzati all’nterno delle classi, della scarsa curisità dei ragazzi nel voler apprendere; nel non sapere incuriosire da parte degli insegnanti e delle troppe evasioni extra scolastiche ma questi dati son allarmanti e dovrebbero far riflettere. Son anche mamma di un ragazzino che sta frequentado ora la scuola superiore e da sempre ha bisogno del sostegno …nemmeno mi addentro nel raccontarvi le difficoltà che ha incontrato lui nella sua condizione …insegnanti inadeguati anche solo nel costruirgli una mappa concettuale per facilitargli l’apprendimento o las iato solo e abbandonato a se stesso in assenza dell’insegnante di sostegno. Il sapere, il conoscere, l’istruzione è alla base di una società e della libertà di ognuno. Cominciassero a preoccuaparsene veramente chi di dovere al posto di venderci lucciole per lanterne. Cominciassero davvero ad investire sull’istruzione al posto di fare solo tagli da anni e anni…e qui mi fermo.
Non è vero che la scuola non ha il compito di educare, ce l’ha eccome visto che è la prima società che il bambino prima e il ragazzo poi si trova a vivere. E una società ha le sue regole che devono essere rispettate altrimenti ci si prende i dovuti rimproveri e le giuste conseguenze …invece è diventato tutto troppo permissivo. Troppe famiglie sfasciate che segiono poco i figli, una scuola scarsa e latitante sia a livello educativo sia a livello didattico ed il danno è fatto.
Io credo che la lingua sia per sua stessa natura mutevole e dinamica, nerio hai usato nel tuo articolo il verbo chattare che ora è entrato nell’uso comune ma ha avuto lo stesso principio di partenza di linkare, cuorare, piacciare, bannare etc.. cioè verbi inventati per sopperire alla mancanza di un verbo che esprime un’azione che prima non esisteva.
La base grammaticale, sintattica, lessicale che una persona deve avere di base per comprendere e farsi comprendere nella lingua in cui comunica è ovvio, per me, che debba essere insegnata a scuola.
E che la causa di lacune in questo ambito debba essere imputata alla scuola e non ai social.
esatto
La società, i costumi sociali si evolvono e la lingua segue la stessa strada: fa parte dell’evoluzione ed è un processo che non si può arrestare
Putroppo è la triste realtà che è un processo che non si può arrestare sopratutto per le nuove generazioni ,anche io per lavoro devo usare termini inglesi, però da un’ altra parte sono attaccata alla lingua italiana e faccio di tutto per tramandarla ai giovani a mio figlio soprattutto.Non sono contraria aall’evoluzioni ma credo che ogni popolo si debba evolvere mantenendo le proprie radici almeno quelle sane .Poi vedi gente che a 50 anni che scrive bitch day per a modo loro dire che passano un giorno in spiaggia e li non so se ridere o piancere già di strafalcioni ne facciamo tanti evitamoci quelli inglese cmq organizzatrice di matrimoni è bellissimo tanto quando wedding planner non trovo il perché si debba per forza inglese soprattutto se lavori Italia
Piangere * ecco a proposito di strafalcioni il t9 e le tastire telefoniche fanno la loro buona parte
Purtroppo uso anche espressioni come likkare e bannare