Ci sono alcuni calciatori che entrano nell’immaginario collettivo ben oltre i confini dei soli appassionati di schemi, moduli e tattiche. Tra questi ci sono sicuramente quelli che hanno vinto un Mondiale con l’Italia, sia quelli del 1982 (Marco Tardelli, Paolo Rossi, Antonio Cabrini e tutti gli altri) che quelli più recenti del 2006 in Germania.
Quella nazionale guidata da Marcello Lippi aveva un perno a centrocampo fondamentale: Simone Perrotta. Per parlare di quella indimenticabile esperienza, Betway ha deciso di intervistare il campione del mondo ed ha realizzato un interessante articolo con tanto di infografica interattiva da non perdere.
L’ex centrocampista di Juventus e Roma, parlando dei Mondiali 2006, parte da lontano, addirittura dal matrimonio del fratello. Perrotta alla fine del 2005 era da un po’ fuori dal giro della Nazionale e non credeva che sarebbe andato in Germania lasciando dunque al parente la totale libertà su quando fissare la sua data di nozze l’estate successiva anche nel periodo “Mondiale”. Il fratello però invece crede che Simone potrà essere del giro azzurro e decide di fissare le sue nozze due giorni dopo la finale di Berlino, trasformando così il matrimonio in una grandissima festa di tutto il paese della famiglia Perrotta.
Se dunque la sua vicenda personale è stata particolare, quella vittoria del 2006 è stata per tutti davvero inattesa. L’Italia arriva infatti all’appuntamento del Mondiale in uno dei momenti più difficili per la storia del calcio italiano. Scoppia a poche settimana dall’inizio della competizione, il caso Calciopoli coinvolgendo in un modo o nell’altro vari elementi della nazionale.
Tutto dunque sembra volgere al peggio per gli azzurri tanto che in molti pronosticano una repentina uscita sin dal primo turno della competizione ed invece si arriva fino alla finale di Berlino con la vittoria al cardiopalma ai rigori contro la Francia ed il “fattaccio” della testata di Zidane a Materazzi.
Perrotta nell’intervista parla del ruolo fondamentale che ha avuto Marcello Lippi per compattare il gruppo, già comunque molto coeso, e farlo arrivare a quella inaspettata vittoria. La contestazione a Coverciano prima di partire per la Germania, le critiche dai mass media, tutto è stato usato dal Commissario Tecnico per caricare i suoi ragazzi, aumentare la propria autostima e l’orgoglio e fargli tirare fuori quel qualcosa in più che alla fine ha fatto davvero la differenza.
Tutto questo ovviamente non poteva avvenire se Lippi non avesse quel carisma che tutti gli hanno sempre riconosciuti e che ben pochi altri allenatori nella storia hanno dimostrato. Perrotta così ricorda anche le conferenze stampa dell’allenatore toscano sempre con pochi peli sulla lingua, in difesa del suo gruppo e senza mai nascondersi dietro frasi di circostanza.
Oltre Lippi, Simone Perrotta ci tiene anche a sottolineare le sue esperienze positive con Carlo Ancelotti: fu il primo, nella sua esperienza alla Juventus, a spostarlo da trequartista, ruolo che poi riscoprì successivamente nella sua lunga esperienza alla Roma. E proprio dei suoi anni nella capitale, ricorda Claudio Ranieri, definito da Perrotta “un gentleman, un signore in tutto e per tutto”.