La novità è di quelle grandi, per il piccolo mondo della televisione. Di quelle che fanno discutere, e infatti pure noi siamo qui a parlarne. Nello specifico, parliamo della nuova edizione di Striscia la notizia e della scelta del patron Ricci di portare alla conduzione due donne: Virginia Raffaele e Michelle Hunziker, che poi darà il cambio – causa dolce attesa – a Belen Rodriguez. E le veline? In questo strano scambio dei ruoli, non poteva mancare l’esperimento del velino: a fare da cornice al programma quindi non più due belle figliole, ma due ragazzoni con viso d’angelo e muscoli in bella mostra.
Per una trasmissione che, soprattutto negli ultimi anni, è stata accusata di maschilismo strisciante, e di essere massima espressione dell’ideologia berlusconiana sul piccolo schermo, il cambiamento non è da poco. Le veline, difese da Antonio Ricci come trovata satirica contro il gossip dei giornali, erano in realtà diventate una sorta di simbolo della mercificazione del corpo delle donne, dell’uso decorativo e puramente scenografico delle curve femminili come strumento acchiappa telespettatori. Che ora arrivino i velini, a fare balletti intorno a delle professioniste della tv come Raffaele e Hunziker, beh a qualcuno potrebbe apparire una piccola rivoluzione.
Ma lo è davvero? Sì e no. Perché, parliamoci chiaro, la piccola rivoluzione è stata decisa quasi fuori tempo massimo, e solo come risposta alla crisi d’ascolti del programma, che dopo 25 anni comincia ad arrancare sul campo minato dell’Auditel. È un po’ lo stesso discorso di Miss Italia, tutta l’estate a parlare del coraggio della dirigenza Rai di togliere lo show dai palinsesti, quando il carrozzone della Mirigliani era da anni che non se lo filava più nessuno e faceva ascolti da replica delle repliche. Tanto è vero che né Mediaset né La 7 si sono sognate di inserirsi nella trattativa. Insomma, se la tv cambia è solo per sopravvivere alla bocciatura del pubblico. Fosse per lei, rimarrebbe sempre uguale a se stessa (e di certo non si metterebbe a cambiare per considerazioni di ordine etico).
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