‘Grande Fratello Vip’ Qual è la verità sull’Aresgate? Arriva Francesco Testi a dire la sua e svela il retroscena di un episodio che lo ha visto coinvolto con Massimiliano Morra che lascia tutti esterrefatti
Si continua a parlare dell’Aresgate, dopo l’accusa ovviamente poteva mancare la difesa? Sono in tanti a schierarsi a favore di Alberto Tarallo, il famoso ‘Lucifero’ di Massimiliano Morra e Adua Del Vesco. L’ultimo a parlare è l’ex gieffino e ora attore Francesco Testi, che a Tpi.it ha raccontato alcune cose interessanti. Mentre difendeva il produttore dell’Ares, dichiarando che a lui non era mai stato imposto nulla di gravoso, ha ammesso che su una cosa è stato spinto a mentire, o meglio ad inventare un finto litigio di gelosia proprio con colui che ora è al Grande Fratello Vip: Massimiliano Morra.
“Negli anni in cui io sono stato lì a me è stato chiesto di inscenare solo una cosa, e cioè la finta scazzotatta con Morra per gelosia, cosa di cui mi vergognavo pure”.
Chi l’aveva ideata?
Lucherini, che era l’ufficio stampa di Ares Film e, come risaputo, un amante del cinema di una volta, delle paparazzate, delle storie create a tavolino. Mi sono turato il naso e l’ho fatto, ma nulla di così terribile. Era un po’ una vecchia roba alla Rock Hudson. Tarallo e Lucherini hanno sempre avuto quel riferimento lì delle produzioni americane, nella gestione degli attori e delle loro vite.A te nessuno diceva come gestire la tua vita?
“Non ho mai subito pressioni e con me non c’era bisogno di mettere in piedi delle recite, non ne avevo bisogno. Forse, e dico forse, ha fatto comodo anche a Garko fingere di essere altro, perché ora siamo nel 2020 e ragioniamo da progressisti, che uno sia etero o gay non ce ne frega nulla. Quindici anni fa un attore bellissimo come lui, amato dalle donne, forse raccontando tutto non avrebbe avuto la stessa carriera. Forse è stata una scelta condivisa e una tutela della sua professione”.
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Nonostante queste parole nell’intervista continua a difendere Tarallo e chi lavorava alla produzione con lui, ma poi di nuovo aggiunge un particolare che lascia basìti:
Perché Morra non ha detto ad Adua: “cosa stai dicendo? Quale Lucifero?
“Penso che Massimiliano Morra possa avere dei semplici rancori nei confronti di Alberto Tarallo, tutto qui, ma se è per questo li ho anche io”.
Perché?
“Ho cominciato ad avere problemi lì quando sono venuto meno alla regola che potevi scoparti chi volevi ma non dovevi avere relazioni fisse perché distraggono dal lavoro. Una cosa che può essere moralmente contestabile, ma a me all’inizio non ha pesato più di tanto”.In che senso?
“Perché all’inizio era quello che volevo anche io, mille donne ma mai una storia seria, quindi non l’ho mai sentita come un’imposizione. Questo finché non mi sono innamorato di Reda, la mia fidanzata. Lì è nato il problema. Il rancore ce l’ho perché, dopo che ho fatto il protagonista del primo “Furore”, non mi avrebbero proposto di fare la seguente stagione morendo la prima puntata, se non mi fossi fidanzato seriamente”.
Be’, non è bello.
“Sì, d’accordo, infatti posso avere del rancore, ma non butto merda addosso perché in quel piatto io ho mangiato”.
Ok, però un’agenzia non ti dovrebbe dire come devi vivere fuori dal lavoro la tua vita. Così suona come un ricatto emotivo.
“Vero, ma se non ti andava bene te ne andavi, non è che ti pressassero o ti obbligassero. Magari Adua era più fragile, io sono più freddo, sono quadrato, può essere che su alcune personalità un certo metodo abbia attecchito in modo diverso. Io non mi sono mai disperato perché non lavoravo più con loro”.
Quindi lui non attacca l’Ares, ma ammette che in alcune occasioni c’è stata ingerenza nella sua vita privata e nel fargli compiere un gesto che serviva a scopo pubblicitario. Per aver scelto di fidanzarsi ufficialmente gli si è fatta terra bruciata attorno lavorativamente parlando. Non vi sembra tutto un po’ confuso e strano? E’ normale che un’Agenzia imponga certi atteggiamenti ai suoi iscritti?