Come ben saprete Charlie Hebdo, un periodico settimanale satirico francese, ha scatenato ancora una volta l’ira e l’indignazione di un Paese, questa volta è toccato all’Italia.
L’opinione pubblica è spaccata a metà tra chi approva e chi disapprova categoricamente le due vignette satiriche pubblicate dal giornale inerenti il recente e dolorosissimo terremoto che ha colpito il nostro Paese.
Politici, testaste giornalistiche e il web sono tutt’ora in rivolta e a confronto su questa delicatissima questione.
Charlie Hebdo fa da sempre una satira aggressiva, irritante, esagerata che vuole appositamente disturbare l’opinione pubblica. La satira è un genere della letteratura, delle arti e, più in generale, di comunicazione, caratterizzata dall’attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.
La libertà di espressione (e a maggior ragione quella di satira) dovrebbe avere come limite fondamentale il rispetto della persona, delle sue convinzioni etiche, religiose, politiche. Le idee si possono anche criticare ma non si può deridere nessuno né offendere e tanto meno criminalizzare o discriminare o prendere di mira gli elementi fondamentali di un qualunque credo, sia esso condiviso da milioni o da poche decine di persone.
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In tantissimi hanno proclamato il “je suis charlie” quando il giornale fu colpito dagli attentati ma questo genere di satira non te l’aspetti, non sui morti e tantomeno replichi che i soldi per le case sono stati offerti dalla mafia.
Se si vuol fare della satira sulle persone si usi un linguaggio indiretto, dei personaggi, ma non si attacchi direttamente nessuno per quello che è, per quello che sta dolorosamente vivendo, a prescindere da ciò che dice e da ciò che fa, meno che mai quelli che non hanno mezzi sufficienti per difendersi.
È davvero questa la libertà che desideriamo? E’ davvero la libertà di espressione totale che ci fa sentire liberi?Siamo davvero disposti a pagare qualunque prezzo in nome di questa libertà di espressione? La satira dovrebbe essere fatta contro il potere ma dagli ultimi recenti accadimenti sembra che invece sia soltanto un potere contro un altro potere. Le istituzioni possono permettersi il lusso che la satira minacci la sicurezza o l’ordine pubblico?
Voi vicoline cosa ne pensate?