Intervista a Giulia Molino che ci dà una grande lezione di vita spiegandoci come ha sconfitto l’anoressia: “se smetti di guardare l’abisso, l’ abisso non ti guarda più”
Molto bella l’intervista che la cantante di Amici 19 Giulia Molino rilascia a ‘Chi’ questa settimana. L’argomento è l’anoressia, la bestia nera di tanti adolescenti e non solo. Difficile sconfiggerla, a volte forse anche più del cancro, perchè trattasi di una malattia psicologica, non ci sono medicinali mirati e si sa che quando la mente non ci guida nel modo giusto finisce per contaminarci del tutto. Ecco come Giulia racconta la sua rinascita, diventando un esempio per tutte quelle che ragazze che stanno lottando oggi con ciò che lei per fortuna ha sconfitto:
Domanda. È una malattia, di per sé, parecchio subdola. ..
Risposta. «Pensi solo che se ne può soffrire anche a fasi alterne e l’anoressia, comunque, resta lì e tu puoi solo tenerla a bada. Ma quante volte mi capita di dire a me stessa: “No, questo non lo mangio”. E poi di fermarmi e dirmi ancora: “Ma va la, la vita è bella e anche questa è gioia”».
D. Che cosa ha voluto dire mettere in musica il suo distufoo?
R. «È stato difficile. Anche perché l’ ho fatto in maniera schietta, assumendomene la responsabilità, non l’ho fatto come fosse una cosa che non mi riguarda, non avrebbe signiflcato molto. L’anoressia è un disturbo molto diffuso e la mia speranza è che tanti possano ascoltare la mia canzone, ritrovarsi e magari trovare la forza per, come dire, sollevarsi. Ad Amici ho capito che posso anche essere un esempio, volendo, positivo».
D. Come reagisce il pubblico?
R. «Mi arrivano messaggi, foto, c’è gente che si sta aprendo si affidano a me e alla mia musica vuol dire che il messaggio della canzone è arrivato».
D. L’avrà fatto un po’ anche per se stessa, no?
R. «Ma certo, perché ora mi sento responsabile e ne avevo bisogno. Adesso quando magari penso di privarmi di qualcosa, il mio pensiero è che ho una responsabilità e che è quella di essere forte tutti dovrebbero rendersi conto che sono forti abbastanza. Questo brano mi dice, ogni volta, di essere consapevole delle mie scelte, che non devono mai farmi male».
D. I suoi, sua madre. ..
R. «Per i miei? Non è stato bello, mia mamma faceva la spesa solo per me e mi viveva tutti i giorni in casa, purtroppo una guida per essere genitori in questi casi non ce l’ho ben chiara. So che io avevo bisogno di attirare l’attenzione: nello sparire flsicamente, io cercavo di attirare tutta l’attenzione su di me. Io volevo tanto che mia mamma mi vedesse, ma, allo stesso tempo, era lei la mia peggiore nemica. Immagino quanto sia stata male e la ringrazierò sempre per non avermi lasciato andare. Anche perché, guardi, non c’è nessuna colpa. Ora so che l’anoressia può scatenarsi per qualunque disagio, per una delusione, per un dolore, per un semplice disappunto. E come se fosse sempre stata lì, per attecchire laddove si manifesta la fragilità».
D. Quando sente dire cose tipo: “Ma basta che mangi un piatto di pasta”?
R. «Dietro ci sarebbe un calcolo di calorie… Pensi solo che appena ti svegli la mattina hai la tabella delle calorie in testa, da quel momento tutto ti sfugge di mano, ma tu hai sotto controllo una sola situazione della tua vita e, quindi, ti senti forte».
D. Quanto è arrivata a pesare?
(Clicca sulle immagini qui sotto per ingrandirle!)
D. Se le dico “ossa”?
R. «Già, quando sei in quel buco nero ti fai mille foto e fai mille check: controlli le ossa. E vero, sì, ti guardi e vedi se l’osso del bacino sporge abbastanza rispetto all’ addome, fai esercizio fisico su esercizio fisico, che poi parliamo di un fisico finto, i muscoli si vedono perchè perdi l’adipe. Io ho anche avuto il collasso dello strato di adipe tra gli organi e la pelle: il corpo si aggrappa a tutto pur di nutrirsi. Di anoressia si vive male e si muore, possiamo stare tutto il giorno a parlarne, ma non vorrei che qualcuno si demoralizzasse».
D. Parliamo della svolta, sì.
R. «Semplice, a un certo punto. . . Ma io non l’ho fatto per nessuno, non peri miei genitori, gli amici o per chi sa chi, a un certo punto ero solo stanca, stanca di non riuscire a inseguire il mio sogno, il canto. Ed ero stanca di non avere, di stare in quel buco nero, un giorno ho aperto gli occhi e mi sono detta: “L’anoressia mi rende la persona più egoista del mondo, invece io voglio portare gioia e vita con la mia voce”. La musica è la mia compagna ed è la mia arma. E io vivo con lei e. . .». E se smetti di guardare l’abisso, l’ abisso non ti guarda più.
Grande lezione di Giulia lo ripeto, mi ha fatto venire in mente un film che ho visto da qualche mese su Netflix che si intitola Ossa. Lei come la protagonista ci ha dimostrato che ce la possiamo fare…non dimentichiamolo mai!
Povera ragazza. Deve essere una situazione terribile da affrontare, anche per la famiglia.