“I diritti sulla parola calcio sono nostri”: Nicola Savino (voto: 6,5) è il nuovo conduttore di Quelli che il calcio... che torna su Rai2 da domenica 15 settembre alle 13.50. “Era ora che il calcio tornasse nel titolo”, aggiunge presentando in conferenza stampa la trasmissione.
Con la nuova edizione obiettivo del programma, come sottolinea anche il direttore di rete, Angelo Teodoli, è tornare alla vocazione originaria delle prime edizioni, vent’anni fa. Era infatti il 20 settembre 1993 quando Fabio Fazio esordì col nuovo programma. Il regista sarà lo stesso, Paolo Beldì, e si recupereranno anche i collegamenti via radio con Tutto il calcio minuto per minuto.
Nella nuova edizione ci sarà spazio anche per i comici come Maria Di Biase- Corrado Nuzzo, Andrea Sambucco e Marta Zoboli, al loro debutto nella trasmissione, mentre è stato confermato Ubaldo Pantani che fra i suoi personaggi imiterà il giornalista Paolo Del Debbio ma avrà anche uno spazio suo negli insoliti panni di se stesso. La parte più strettamente sportiva sarà affidata a Massimo Caputi e Daniele Tombolini.
“Virginia Raffaele ci mancherà eccome – dice Savino – tanto é vero che abbiamo deciso di non sostituirla con un’altra imitatrice. Le facciamo i migliori auguri per la sua esperienza e andiamo avanti”.
Al Corriere della Sera aveva anticipato: “Non ci spaventeremo se un gol interromperà interviste o altro. E daremo spazio ai commenti e alle analisi: io da spettatore ho sempre voglia di sentire cosa ne dice la Rai quando ci sono episodi dubbi nelle partite”. Per farlo, anche la scelta degli ospiti “non sarà più in base al loro essere famosi ma al loro essere tifosi. Idris in questo resta un esempio fenomenale. In studio rimangono Caputi e Tombolini, che sono sopravvissuti a tre ere geologiche (Ventura, Cabello, Savino) e quindi van trattati con riguardo”.
Parlare dalle partite senza avere i diritti delle immagini, Savino è convinto che la cosa possa comunque appassionare: “Basta pensare a quante tv locali diventano improvvisamente autorevoli solo nel momento in cui commentano le partite. In tutto il resto della giornata sono distantissime dalle tv nazionali, ma quando parlando di calcio, anche solo di calciomercato, diventano improvvisamente influenti. E questo con mezzi infinitamente inferiori rispetto alla Rai. Ecco, io credo che il bar dello sport, se fatto bene, può funzionare”. Poi, certo, “non posso alzare la temperatura come succede nelle tv locali: gli esperti o i tifosi non devono diventare delle macchiette che urlano. Però avranno sempre delle storie di tifo importanti o curiose”.
Ansia da ascolti? “C’è sempre. E c’è anche la sfortuna che la mattina dopo, nel bene o nel male, sono in radio che aspetto l’sms con i dati: un momento che temo molto. Ma una cosa è certa: non è un programma che si può giudicare dalla prima puntata”.
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