Vittorio Sgarbi si scaglia contro Il Volo
Articolo a cura di Haske
Il critico d’arte Vittorio Sgarbi è da sempre noto per il linguaggio colorito e per la veemenza con cui espone le sue fervide argomentazioni. Anche questa volta non ha deluso le aspettative, scagliandosi ferocemente contro Il Volo, il trio dei giovani tenori.
Motivo? Tutto nasce dalla decisione radical chic dei tre ragazzi di non esibirsi il prossimo 20 gennaio in occasione dell’insediamento del tycoon Donald Trump nella Casa Bianca. Infatti al “Corriere della Sera” hanno motivato così la loro scelta:
“Abbiamo rifiutato il suo invito perché non siamo mai stati d’accordo con le sue idee, e non possiamo appoggiare un uomo che ha basato la sua ascesa politica sul populismo oltre che su atteggiamenti xenofobi e razzisti. Se anche la politica americana può apparire lontanissima da noi, il risvolto sociale di quello che succede lì ci interessa e ci riguarda”.
Anche altri due celeberrimi e bravissimi artisti hanno cestinato l’invito ad esibirsi: Andrea Bocelli e Céline Dion.
Sgarbi è dunque intervenuto prontamente, pubblicando sui suoi social alcuni video in cui esprime tutto il suo completo dissenso -con l’inevitabile ridda di pesanti parole- di fronte a una simile decisione, a suo dire insensata:
“Come sono strani i cantanti: uno scrittore riceve il Premio Nobel e va a ritirarlo, un cantante come Bob Dylan non ci va. I cantanti, dopo essere stati sempre dalla parte dei capitalisti e sono pieni di soldi, non accettano l’invito del Presidente degli USA.”
“Non appoggiano il populismo xenofobo: sanno cosa vuol dire? Non hanno neppure studiato il latino. Non sono d’accordo con le idee di Trump? Conosciamo le loro idee? Hanno avuto delle idee? Devono cantare o essere d’accordo con le idee di Trump? Teste di c… e cog****celli inutili. Una vecchia assassina criminale come Hillary Clinton invece andava bene?”
“Ricordo che sono stati lanciati da Tony Renis, culo e camicia con Berlusconi, dunque anche lui xenofobo e populista, bravissimo e simpatico. Poi dopo averli sostenuti e aiutati, l’hanno tradito appoggiandosi alla gestione del manager Torpedine, agente anche di Bocelli. Nel 1999, Torpedine è stato rinviato a giudizio per frode fiscale, corruzione e falso ideologico. Sarà falso, però perché frequentate questa gente?”
“Trump, metti un cd e mandali a fare in BIP.”
In un video successivo, poi, Sgarbi mette in luce qualcosa che anche molti altri avevano già dubitato: secondo il critico d’arte, Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone in realtà non avrebbero mai ricevuto alcun invito dal Presidente e li sfida a dimostrare di essere in possesso di un invito ufficiale. Ritiene infatti che i tre abbiano solo inventato questo forfait per creare la notizia e rimbalzare sui quotidiani e sul web, e risultare addirittura come dei cantanti che, per amore ideologico, sarebbero pronti a negarsi anche di fronte a una delle più importanti cariche mondiali.
Di seguito, la replica di Barone su Twitter:
‘Siete cantanti, vi hanno chiamato, dunque cantate’: con questo semplice ragionamento personaggi pubblici, leoni da tastiera e odiatori seriali si stanno accanendo contro le nostre recenti affermazioni.
Dunque per la logica che loro rivendicano, un cantante “deve” cantare, non deve avere un pensiero critico. Sono sicuro che nel caso avessimo detto sì, cantando alla cerimonia di insediamento, le critiche sarebbero state le stesse, forse peggiori. Ecco quindi che siamo stati solo la quotidiana dose di odio di cui si nutre il dibattito social, domani toccherà ad altri o ad altre cose. Rimango del parere che un cantante non è un cd ma una persona libera di scegliere “come”, “quando”, “per chi” cantare.
Voi cosa pensate? Da che parte state?