Giorgio Albertazzi intervistato da Tv Zap, Il Tempo e Leggo spiega i motivi dell’abbandono dal programma del sabato sera.
“Erano fissate tre puntate. Milly Carlucci ha detto la verità. Abbiamo tentato in tutti i modi di spostare i miei spettacoli, ma non era possibile perché le repliche sono tutte in cartellone da molto tempo e sono già prenotate. Se fossi andato avanti avrei vinto. Il pubblico teatrale però mi aspetta e non posso far saltare impegni pregressi”.
“È stato interessantissimo trovarsi in mezzo a un programma che è quello che è: ho inventato una nuova forma di televisione in cui la parola diventa musica e azione, come in un microfilm. Il risultato è stato speciale e diverso ogni sera. La gente l’ha capito e in studio c’è stata tanta commozione. La mia partner Elena Coniglio era davvero coinvolta e addolorata di salutarmi”.
“Nelle cose dello spettacolo non sempre vince chi è tecnicamente migliore, perché se fosse così Edith Piaf non sarebbe Edith Piaf, Paganini non sarebbe Paganini, la Duse non sarebbe la Duse, Bach non sarebbe Bach. Loro hanno qualcosa che va al di là della tecnica. Magari tecnicamente non sono granché. Però c’è qualche cosa. Una cosa misteriosa di cui io so la parola”.
“Ivan Zazzaroni ha un’idea della performance per cui l’emozione non è sufficiente. Per me, invece, non si tratta solo di uno show di ballo fine a se stesso. Oltre alla precisione tecnica si può comunicare con il corpo in altro modo, come avviene da sempre in teatro. Ho dimostrato come sia possibile anche in televisione. Diciamo che lui ha avuto così il suo momento di notorietà”.