Finalmente qualcuno si è arrabbiato ed ha vinto…stiamo parlando di Valerio Scanu e le allusioni al veleno indirizzategli dal rapper Fabri Fibra nella canzone A me di te
Innanzitutto analizziamo il testo:
Come vedi, a me di te
Non me ne fre-fre-frega una se..
Ti finisco, finché sei sul mio disco
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
E’ solo un gioco ma in pochi lo capiscono
Tutti gli altri si prendono troppo sul serio
Come le tasse, si prendono troppo, sul serioVento in poppa, come un veliero
Vengo in bocca, come a (Valerio)
Che in verità è una donna
A me sta bene, il mondo è vario
Vladimiro era invertito,
un travestito al contrario
“Davvero?” Certo, l’ho visto a Porto Cervo
Esplodevo come a Chernobyl, dopo il suo concerto
Eravamo nel suo camerino a bere vino. Io l’ho spinto in bagno,
lui m’ha detto “In tutti i mari In tutti i laghi, non capisci, mi bagno”
Con una corda l’ho legato sul divano
Lui mi ha detto “Questa corda mi ricorda
Il mio compagno di scuola media
Si chiamava Massimo, chiavava al massimo
Una media alta, mi inculava come i Mass Media”
Gli ho risposto “Complimenti”
Gli ho abbassato i pantaloni
E sotto aveva un tanga e quattro assorbenti
Giù le mutande, liquido fuori da questo glande
Tira su tutto come le canne
Mi sono fatto Valeria Scanner
Il Tribunale di Milano ha sentenziato che la canzone offendeva la reputazione del cantante sardo pertanto il rapper dovrà pagare una multa ed iniziare a risarcire i danni a Scanu inizialmente con la cifra di 20.000 euro.
Una prima vittoria per Valerio che però non ha intenzione di fermarsi qui, infatti ha espresso l’intenzione di agire in sede civile per ottenere un pieno risarcimento dei danni subìti.
Non sembrerà un passo importante a chi non è coinvolto in questa storia, ma vi assicuriamo che non è così in quanto un rapper, definito un poeta libero, difficilmente viene condannato per diffamazione e questo è il primo caso in Italia.
Speriamo che questa esperienza sia di monito per tutti in futuro!