Alfonso Signorini predica bene ma razzola male, secondo alcuni, da dell’ignorante a Giulia De Lellis ma anche lui ha sbagliato l’anno scorso…la differenza è questa però!
Se per certi versi alcune affermazioni di Giulia De Lellis sono indifendibili, determinate battaglie messe in atto dal direttore del settimanale “Chi”, con tanto di canzoncine che ironizzano sulle lacune culturali di Giulia dovute al fatto che non abbia mai letto un libro (mi sembra piuttosto strano in verità, perché altrimenti la sua parlantina sarebbe una dote innata… ), sono esagerate e spropositate, specie quando si chiama in studio un opinionista che da “della feccia” alla giovane influencer (a farlo l’archeologo ed ex naufrago Aristide Malnati, che ha poi chiesto scusa alla ragazza…).
Molte talpine ci hanno scritto dello “scivolone” del conduttore, avvenuto durante la passata edizione del Grande Fratello Vip, Alfonso Signorini riferendosi alla situazione venuta a crearsi nella casa tra Clemente Russo e Stefano Bettarini, disse:
“Guardando allo spaccato di questa casa ci sembra di assistere ad una Italia ferma ad Eboli, un’Italia arretrata.”
L’allora primo cittadino della città, citando l’opera letteraria di Carlo Levi (Cristo si è fermato ad Eboli), gli rispose assai duramente:
“Se anche volessimo assumere quale criterio di formazione di quella frase il capolavoro di Carlo Levi – ha scritto il sindaco -, voglio ricordare, sempre ad Alfonso Signorini, che il romanzo-cronaca di Levi indicava proprio Eboli quale “avamposto della civiltà”, non quale riferimento di arretratezza”. E poi conclude rivolgendo un invito all’opinionista del Grande Fratello Vip: “Uno scivolone, quello dell’opinionista di Canale 5, arrivato proprio nella puntata in cui erano sotto giudizio le frasi inopportune ed offensive di altri. Difendo la mia terra, la mia città e la mia comunità, quarantamila cittadini residenti che non possono sentirsi definiti figli di un’Italia arretrata. Detto questo, invito Alfonso Signorini a visitare la nostra città, ricca di storia e fermenti culturali: sarà nostro gradito ospite ed assaporerà quale livello di civiltà e vivibilità esprime Eboli da sempre.”
La polemica scemò quasi subito in quanto Signorini resosi conto della propria gaffe chiamò il primo cittadino per scusarsi.
“Mi scuso con lei e con tutti gli ebolitani – avrebbe detto Signorini secondo quanto riporta lo stesso sindaco – per una frase che ho detto, ma che non ha reso giustizia a quanto effettivamente pensavo. La mia intenzione era sia di indicare la città di Eboli quale avamposto di civiltà, sia di denunciare uno stato di arretratezza delle aree dopo Eboli in un determinato periodo storico del passato, come la letteratura e la storia ci hanno insegnato. Nessuna offesa, e non solo ad Eboli, era nelle mie intenzioni, anche perché la mia storia personale dice chiaramente quanto io sia legato al Sud. Approfitto del suo cortese invito per dirle che appena mi sarà possibile ho intenzione di visitare la sua città, che in ogni caso conosco già ed amo“
Fonte ilgiornale.it
Quando ci si erge a paladini della cultura si dovrebbe essere a prova di scivoloni e senza scheletri nell’armadio, ci hanno scritto in molti, ma nessuno lo è (neanche io o tu che leggi).
Neanche il direttore di un settimanale molto letto.
Si può sbagliare e chiedere scusa, quando la cosa ti viene fatta notare e tu riscontri che le tue parole possano aver offeso e/o ferito delle persone, scuse alle quali il giornalista non si negò (tra l’altro furono rese pubbliche dal sindaco e non da lui).
Spero che nella prossima puntata Giulia e il conduttore riusciranno ad avere un confronto meno acceso, la prima potrà sicuramente chiarire alcune sue affermazioni chiedendo finalmente scusa per chi è rimasto ferito dalle sue parole, il secondo invece potrà scusarsi per il tono aggressivo usato durante il diverbio in diretta TV, nei confronti di una ragazza poco più che ventenne (lo so che non è una scusante, la mia è una constatazione), e per quello che è avvenuto dopo nel suo web show (per sua stessa ammissione è una persona che riflette molto e ripensa a quello che è successo e naturalmente non possono essergli sfuggite le critiche feroci che gli sono piovute addosso…).
Va bene il trash, va bene tutto…ma è davvero questo il modello di società che vogliamo veicolare attraverso un programma televisivo? Ho letto nei passati giorni che alcuni saccenti giornalisti hanno chiosato sul fatto che una televisione privata/commerciale non è tenuta ad educare il pubblico che la segue e allora io rispondo, visto che alcuni programmi di questa TV sono più seguiti della televisione di stato, che società stiamo andando quindi a formare?
Voi cosa pensate? La ritenete una cosa possibile?