Buongiorno Vicoline
vi annuncio ufficialmente che ho superato il test di ammissione per l’università
Quindi per l’occasione faremo festaaaaaa! Coraggio, mangiate, mangiate e mangiate!
Oggi è giovedì 22 settembre e ricordiamo San Maurizio, il protettore degli alpini e dei militari.
Il proverbio è ”Neanche il cane muove la coda per niente”.
Vediamo gli avvenimenti più importanti della giornata:
Nel 1965 finì la guerra tra India e Pakistan.
Nel 1994 esordì la serie tv ”Friends”, che non ho mai guardato ma deduco che di friends abbia ben poco.
Visto che oggi dobbiamo festeggiare, ed ogni festa che si rispetti ha la sua torta, anche io avrò la mia. Vi suggerisco una ricetta che sembra complicata ma in realtà è molto semplice: la millefoglie, un classico della pasticceria. Io la preparo spesso, perchè non implica grandi fatiche ed è una bontà che in casa mia piace a tutti.
Ingredienti:
3 rotoli di pasta sfoglia
crema pasticcera (possibilmente fatta in casa)
zucchero a velo
150 ml acqua
50 ml rum
70 g zucchero
Procedimento:
Per prima cosa srotolate le paste sfoglie e bucherellatele con una forchetta, cospargetele di zucchero a velo e infornatele a 180 gradi per circa 15 minuti. Una volta cotti, togliete gli strati di sfoglia dal forno e lasciateli raffreddare.
Preparate la crema (3 tuorli, 700 ml latte, 120 g zucchero e una stecca di vaniglia) e trasferitela in una sac-a-poche una volta fredda.
Ora preparate la bagna al rum: in un tegame versate l’acqua con lo zucchero, fate bollire per qualche minuto e poi spegnete il fuoco. Aggiungete il rum e mescolate bene.
Prendete gli strati di pasta sfoglia e adagiate il primo su un vassoio, bagnatelo con la bagna al rum (potete versarla in una bottiglia col tappo forato) e preparate il primo strato di crema. Ripetete l’operazione e appena avete messo il terzo strato di sfoglia, ricopritelo di zucchero a velo.
Mettete in frigo per 4 ore e poi servite.
Per la rubrica del giorno non potevano mancare i pettegolezzi…preparatevi!
Sapete, questo è un giorno speciale non solo perchè ho avuto i risultati del test ma anche perchè ricorre una data un po’particolare: ben 4 anni fa vedemmo per la prima volta quella che poi è diventata la nostra casa.
E io oggi voglio condividere con voi questo ricordo, unito a tutte le peripezie che ho attraversato per far sì che la nostra casa potesse essere nostra!
Lo dico sempre: il mio appartamento non avrà tutti i comfort, nè sarà mai una super reggia però le emozioni che ho vissuto quando l’abbiamo acquistata e che vivo da quando ci abito vanno oltre i beni materiali e nessuno le può comprare.
Fatto sta che io casa mia non la cambierei mai con nessun altra.
Devo fare anzitutto una premessa, una piccola digressione che vi aiuterà a capire meglio tutto: prima di trasferirci, abitavamo in un appartamento in affitto, carino ma piccolo per noi (80 mq). Da sempre i miei sognavano di poter comprare casa anche perchè, diciamocela tutta, i soldi che ogni mese davamo alla padrona del nostro appartamento (apparentemente un’adorabile signora…ma questa è un’altra storia ) era come buttarli al vento visto che noi stavamo stretti. Col tempo, io e mia sorella avevamo accumulato giochi e giocattoli a volontà e arrivammo al punto di dover trasformare il soggiorno in una piccola città, visto che ci avevamo sistemato alcune casette in legno (la mia passione).
Una mia zia, vedendo che affianco al divano era sorto un palazzo, disse a mia mamma:
-E basta, è il momento di buttare tutti questi giochi! Tanto fra un po’ le bambine diventano grandi e non se ne fanno più nulla di queste casette!
Io ero piccina, ma abbastanza grande per capire e anche in quell’occasione non riuscii a mordermi la lingua :
-Ah si zia? Allora perchè anche tu non butti via tutte quelle scarpe che hai a casa tua, tanto da occupare il corridoio con mille scarpiere?
Non vi dico la faccia che fece la zietta, mortificata a dir poco.
Poi il tempo passava, ogni giorno vedevamo una casa diversa ma c’era sempre qualcosa che non ci convinceva fino in fondo. I miei mi hanno sempre resa partecipe di ogni decisione, mi portavano nelle agenzie immobiliari e io stavo lì buona buona (non esageriamo… ) ad ascoltare quello che gli agenti ci proponevano.
Alla fine anche io dicevo la mia, come al solito.
E quando andavamo a visitare gli appartamenti, io mi intrufolavo in ogni stanza e iniziavo a progettare dove sistemare le mie casette, sceglievo la mia cameretta…
Peccato che non si concludesse nulla, anche se qualche volta ci siamo avvicinati all’acquisto senza però realizzarlo.
Iniziai a diventare più grande e ben presto cominciai ad accumulare vestiti, scarpe, trucchi…insomma avevo bisogno di un armadio più grande, ma non c’era abbastanza spazio per sistemarlo a casa nostra.
Crescendo cercare casa diventò per me una vera passione, addirittura a partire dalle scuole medie, telefonavo io per fissare gli appuntamenti spacciandomi per mia mamma e mai nessuno si è mai accorto che avessi solo 12-13 anni.
Ogni giorno dopo i compiti guardavo gli annunci su internet, ancora oggi lo faccio per passatempo , sceglievo quelli più interessanti e poi a cena ne parlavamo in famiglia. Alla fine mamma e babbo mi dicevano:
-Ok, domani telefona!
E ancora case, case, case ma nessuna andava bene. Una aveva la cucina troppo piccola, l’altra non aveva il riscaldamento, l’altra ancora era situata in una zona che non ci piaceva…
Ecco che nel lontano 2009, io frequentavo la seconda media, mi colpì un annuncio di un appartamento grande e luminoso e telefonai immediatamente. Fissai l’appuntamento, che però fu rimandato più volte perchè i proprietari della casa vivevano fuori e non potevano rientrare in città a causa di impegni di lavoro.
Nello stesso periodo avevamo visto un altro appartamento che ci piaceva molto ed eravamo molto interessati all’acquisto quindi diciamo che all’altra casa non ci pensavamo neanche più.
Ma nel periodo di Natale mi contattarono i signori di quella casa e mi dissero che erano tornati per trascorrere le feste, quindi il 29 dicembre alle 18 in punto noi eravamo lì, in quella che 4 anni dopo sarebbe diventata casa nostra.
Peccato che le nostre aspettative furono deluse, perchè casa nostra per la prima volta la vedemmo dall’esterno visto che l’appartamento era stato affittato e chi ci abitava si era scordato dell’appuntamento…la padrona era furiosa e per rimediare ci fece vedere delle foto che aveva scattato sul cellulare.
Foto che non rendevano affatto, erano buie e la casa sembrava piccola.
Di quell’incontro mi sono rimaste impresse le ottime caramelle che ci aveva offerto la signora e il suo albero di Natale che era decorato in oro e blu. Fra l’altro, tra una chiacchiera e l’altra venne fuori che la signora era amica di una mia prozia. Che coincidenze!
Basta così, non ci furono altri appuntamenti per quella casa. L’avevamo scartata, se ci ripenso mi viene da dire che siamo stati poco intelligenti.
Qualche giorno dopo ci innamorammo di un’altra casa, quindi immaginate un po’, ma anche stavolta niente da fare perchè costava troppo.
E quando passavamo davanti a casa nostra dicevamo: -Ihhh, ti ricordi questa casa? Che bruttaaaa!
Un pomeriggio, il 20 settembre del 2012 trovai un annuncio immobiliare che descriveva un appartamento molto bello. Vidi le foto e sembrava perfetto, allora chiamai subito e chiesi in che zona fosse. L’agente immobiliare non me lo seppe dire di preciso e allora fissammo un appuntamento direttamente in agenzia e poi da lì saremmo andati a vedere la casa.
Noi eravamo belli contenti…ma…arrivati davanti alla casa in questione ci accorgemmo che l’avevamo già vista 3 anni prima! I nostri volti diventarono cupi, ancora una volta l’idea di comprare casa si allontanava sempre di più!
L’agente immobiliare ci disse che era una casa molto bella e ci invitò a salire le 6 rampe di scale del mio palazzo. Aprì la porta e…mi trovai in una casa meravigliosa! E’ stata la più bella sorpresa della mia vita, che mi ha insegnato a ricredermi sulle case come sulle persone. Un appartamento così luminoso non lo avevamo mai visto, una cucina così spaziosa e con un bel caminetto al centro non lo avevamo mai visto, un salone così spazioso non lo avevamo mai visto! In effetti quando entrai nel soggiorno lo paragonai allo studio del Dottor Azzeccagarbugli, in quel periodo a scuola stavamo leggendo i Promessi Sposi, per via dell’arredamento un po’barocco in legno scuro e le tante enciclopedie che c’erano (e tutt’ora ci sono) nella libreria.
Anche ai miei e a mia sorella la casa piacque molto e ogni volta che andavamo a vedere un’altra casa, la nostra ci tornava sempre alla mente. Era amore e così decidemmo di comprarla. Ma mia mamma non era del tutto convinta: le scale erano troppe, forse anche il prezzo era troppo alto e poi non era del tutto nuova, necessitava di qualche lavoretto.
Io mi adiravo e le rispondevo:- Oh ma’ le scale fanno bene, noi non andiamo neanche in palestra e un po’di esercizio ci vuole, per il prezzo in un modo o nell’altro ce la faremo e i lavori si fanno pian piano.
Babbo poi, aveva trovato un’altra casa e la voleva vedere a tutti i costi, così io gli dissi che l’avevo scovata anche io su Internet ma costava un occhio della testa e addirittura a fine annuncio c’era scritto ”prezzo non trattabile” (in realtà non sapevo neanche quale casa fosse ).
E una sera mamma mi chiese:- Michi ma se poi appena ce la compriamo mettono in vendita un appartamento più bello?
Io la guardai male e le dissi:- Ma chi se ne frega, per il momento la casa più bella in vendita è quella che ci compreremo!
Nel frattempo escogitai un modo per far sì che la casa potesse essere nostra: il giorno che ci dovevamo riunire in agenzia per stipulare l’atto di vendita, io mi presentai con un foglio diviso in due parti, in una ci avevo scritto i pro e nell’altra i contro della casa. I titolari dell’agenzia (con i quali ancora oggi siamo rimasti in buoni rapporti) rimasero a bocca aperta e mi dissero che mi avrebbero assunta per scrivere le descrizioni delle case. (rolf)
Poi mi giocai un altro jolly, a mio rischio ma quella casa doveva essere mia, e dissi una bella bugia: avevamo visto un’altra casa, più grande e appena ristrutturata che però costava 20000 euro in meno. Mia mamma mi diede un colpo con il gomito.
L’agente immobiliare iniziò a sudare, poi prese il cellulare e disse:-Faccio una telefonata e torno subito.
Andò a chiamare i proprietari della casa, e quando tornò tutto sorridente mi guardò e mi disse:
-Il prezzo è diminuito di 30000 euro e vi lasciano anche l’arredamento. Che ne dici?
Io, prima che i miei potessero parlare, risposi:-La prendiamo!
C’erano però tutte le pratiche burocratiche da avviare, la banca doveva fare una perizia per accertarsi che tutto fosse apposto e questo mi metteva ansia. Passarono mesi, io pregavo perchè potessimo comprare quella casa e un giorno chiesi e ottenni dall’agenzia di poter trascorrere qualche ora nell’appartamento da soli (io con la mia famiglia, senza gli agenti che ci gironzolavano attorno).
Non vi dico l’emozione, era di nuovo Natale e tutto era più magico, dalla finestra vedevo le luci decorative della mia città e farfalleggiavo da una stanza all’altra.
Ma ancora dalla banca non era arrivata alcuna novità…
Finalmente un giorno di Maggio, all’uscita da scuola mi padre mi annunciò che nel pomeriggio avevamo l’appuntamento col perito e saremo dovuti andare nella nostra futura casa. Mamma non poteva venire perchè era a scuola (fa la maestra) e quindi dovevo in qualche modo fare le sue veci.
Iniziai a pensare: -Cosa mi metto? Devo far bella figura…
Mi adirai con mio babbo che voleva indossare una canadese e con mia sorella che voleva mettersi una maglietta orribile e scolorita. Ma si sa, in prima media non si bada tanto all’eleganza.
L’appuntamento andò molto bene, il perito era simpatico e alla fine ci mettemmo a parlare di cani, perchè lui aveva appena adottato un cucciolo che aveva ben presto ridotto i suoi divani a brandelli. Io non avevo mai avuto animali (Sciani non era nemmeno in programma ) però gli dissi che mi sarebbe piaciuto prenderne uno.
E qualche settimana dopo…la casa era nostra, esattamente il giorno di Sant’Antonio, 13 giugno 2013! Arrivò il momento della consegna delle chiavi, e mio papà voleva fare una sorpresa a mia mamma ossia farle trovare le chiavi di casa in una scatolina dentro il forno (spento ovviamente ). Ma io rovinai tutto perchè ero talmente felice che non riuscii a trattenere la mia felicità e appena tornata a casa urlai:
-Abbiamo le chiaviiiii!
Da lì fu tutto in discesa, il trasloco fu fatto abbastanza velocemente, ricordo che avevo imparato ad imballare i bicchieri di cristallo talmente bene che non ci si è rotto nulla.
Ogni giorno caricavamo le macchine e portavamo le nostre cose nella casa nuova ed era una gioia immensa per me.
Spero vicoline care di non avervi annoiate e che questa mia piccola testimonianza vi abbia strappato un sorriso e qualche emozione. Vi invito a non mollare mai e perseverare sempre per i vostri sogni.
Alla prossima!