Buongiorno ragazze mie

Quante cose da fare oggi! E siamo solo a inizio settimana…
Anzitutto la terza prova alle 9, poi appena torno devo preparare una torta per il mio nonnino che oggi compie 81 anni (iuppy), nel pomeriggio qualche pulizia e poi c’è la festa…insomma prendo un caffè e scappo!

E’ lunedì 27 giugno e si ricorda San Cirillo d’Alessandria, dottore della Chiesa.
Il proverbio è ”Dopo i confetti si vedono i difetti”

Ecco quello che è accaduto oggi, qualche anno fa:
Nel 1910 iniziò la rivoluzione del Messico

Nel 1967 entrò in funzione a Londra il primo bancomat

Nel 2003 venne introdotta nel codice stradale la norma dei punti sulla patente di guida.
Vi confido che io la patente non ce l’ho ancora. Una volta qualcuno mi ha detto che addirittura ”avere la macchina è fondamentale” ed io ho risposto che le cose ”fondamentali” per me sono altre e si vive bene anche senza patente.
La verità è che mi piace muovermi a piedi, la città in cui vivo non è poi così grande
Ed inoltre, fino a quest’anno, non ho avuto tempo per studiare pure per quello.

Come vi ho anticipato, è il compleanno di nonno che mi ha ordinato di fargli una torta. 
Gliela avrei preparata comunque ma lui ha preferito avere una sicurezza in più.
Aspettava con ansia questo giorno per mangiare il dolcetto che, a causa di forza maggiore, non può permettersi sempre.
Non so ancora che torta preparare, sicuramente sarà al cioccolato e dentro avrà il gelato (come piace a lui).

Per voi invece ho pensato ad una ricetta che ho provato da poco e mi è molto piaciuta:
il merluzzo gratinato.
Lo so, lo vendono surgelato , ma fatto in casa è più buono e la procedura vi renderete conto che è semplice.

Ingredienti:
800 g filetto merluzzo (circa 6)
10 pomodorini ciliegino
capperi q.b
100 g mollica di pane
origano q.b.
un pizzico sale
1 ciuffo prezzemolo
olio d’oliva

Procedimento:
Prendete il pesce,pulitelo e adagiatelo su una teglia rivestita di carta da forno con la pelle rivolta verso il basso e salatelo leggermente in superficie.
Dissalate i capperi sotto l’acqua e metteteli in un frullatore insieme alla mollica di pane, al prezzemolo, all’origano e ai pomodorini tagliati a metà .
Aggiungete un pizzico di sale e avviate il frullatore.
A questo punto distribuite sopra il pesce la panatura,coprendolo interamente.
Aggiungeteci con un filo di olio e cuocete in fornogià caldo a 200 gradi per circa 20 minuti. Quando la superficie del pesce gratinato sarà ben dorata, sfornate e servite.
Buon appetito!

Ed ora, è il momento dei pettegolezzi! (iuppy) (iuppy)

Come ben sapete sto facendo la maturità e ho deciso che in questo appuntamento vi racconterò tutte le emozioni vissute durante le due prime prove.
Mettetevi comode…

Dunque,da dove iniziare…
dovete sapere che io non ho provato alcuna ansia o paura per questo esame, strano ma vero visto sono una persona molto ansiosa. Forse perchè sapevo che in fondo l’ansia è data più da tutto quello che c’è intorno all’esame che dalla prova in sè.
Mi sono detta che se ho lavorato bene per tutti i cinque anni delle superiori, non ho mai avuto particolari difficoltà in nessuna materia e ho vinto anche una borsa di studio quest’anno, allora non dovevo temere per nulla.
L’esame è un passaggio, in realtà è davvero raro che un ragazzo venga bocciato dopo essere stato ammesso: significa che ha consegnato tutte e tre le prove in bianco, non ha spiccicato parola all’orale e non è stato in grado neanche di discutere la sua tesi.
Non è il mio caso…la mia difficoltà durante i compiti è stata quella di stare in silenzio.

Al contrario, i miei compagni erano abbastanza agitati e io li ho dovuti consolare tutti : mi hanno telefonato almeno tre volte a testa il giorno prima della prima prova e tutti mi hanno domandato come mai fossi così tranquilla.
Alla fine un po’ d’ansia mi stava iniziando a venire…non per l’esame ma per i miei amici così preoccupati Mi chiedevo:-Ma come faranno domani?
La famosa notte prima degli esami, io l’ho trascorsa non studiando o ripassando e neppure bevendo camomille bensì…nel mondo dei sogni!
Ho dormito bene e quando mi sono svegliata il mio primo pensiero è stato andarmi a mangiare la panna cotta che avevo preparato per la colazione.
Ho letto i tanti messaggini che mi erano arrivati sul cellulare per l’occasione, tra i quali i vostri che mi ha fatto davvero piacere ricevere  e ho notato con dispiacere che qualche parente non mi ha pensata, evidentemente. Siete come una famiglia, bellissime fanciulle mie.
Poi ho salutato mamma e papà, che mi volevano accompagnare in macchina a scuola ma ho preferito andare a piedi, mia sorella ancora dormiva e ho dato una carezza (e una carota) a Sciani prima di uscire.

Lungo la strada, sono sincera, ho recitato alcune preghierine poi sono arrivata…per prima!
In effetti ero uscita di casa con un po’ troppo anticipo e al mio arrivo il viale della scuola, solitamente affollato, era deserto. Piano piano sono arrivati tutti: alunni, insegnanti e collaboratori scolastici che mi hanno abbracciata e fatto un bell’ in bocca al lupo.
Dopo una lunga attesa, ecco che ci hanno aperto il portone della scuola e siamo entrati.
Non ho fatto in tempo ad arrivare nell’andito dove avevano disposto i nostri banchi che il mio prof di matematica mi ha presa sottobraccio e mi ha detto:
-Vieni Michela, devi far da testimone!
Per un attimo non ci ho capito nulla, non sapevo se mi trovassi ad un matrimonio o all’esame di Stato.
Mi ha portata in segreteria dove c’erano miliardi di persone che aspettavano i codici di accesso per la prova d’italiano. Erano tutti nervosi, sembrava attendessero i numeri del superenalotto.
Quando finalmente il codice è arrivato, sono andata al mio posto, l’unico libero: il primo banco! I miei cari compagni me l’avevano riservato con tanto amore.
Poi hanno fatto l’appello, ritirato i cellulari (il mio l’avevo lasciato a casa, tanto non mi serviva a nulla ) e consegnato i compiti.
La prova di italiano l’ho scelta istintivamente: tra le tante tracce che trattavano i temi più vari, da Umberto Eco al valore del paesaggio, dall’immigrazione e il concetto di confine al voto concesso alle donne, ho scelto quello che sentivo più mio, il rapporto padre-figlio nella letteratura del 900.
Devo dire che è andato molto bene, ho parlato di numerosi autori e sono abbastanza soddisfatta del mio lavoro. 

La seconda prova, di pedagogia, è andata ancora meglio perchè trattava uno dei temi di cui avevamo discusso tanto in classe con la nostra bravissima professoressa e che a me interessa particolarmente: il sistema istruttivo in Europa e più precisamente in Italia. Ho fatto un excursus dei cambiamenti che la scuola ha subito, uno su tutti il fatto di passare da esser aperta ai ricchi all’accogliere tutti, con una grande attenzione verso chi si è battuto per l’inserimento di tutti nelle scuole (dalla Montessori a Claparede che inserì i diversamente abili nelle classi insieme agli altri bambini). Ho  riflettuto riguardo il valore che diamo oggi alla cultura e il significato di questa parola, che per me non è solo vantare titoli di studio o leggere un libro al giorno ma soprattutto dimostrare accoglienza verso il prossimo e grande umiltà e rispetto verso chi, magari, non ha avuto la possibilità di studiare.
La cultura si acquista anche ascoltando le storie degli altri, condividendo un pezzetto di chi siamo con chi ci sta attorno e non soffermandosi al primo impatto.
Entrambe le volte, ho consegnato per prima perchè quando scrivo ascolto solo il mio cuore e vado spedita, tutto ciò che ho dentro lo metto sul foglio con spontaneità.
La prova di oggi sarà impersonale, mi verranno fatti dei quesiti di varie materie su argomenti svolti durante quest’anno scolastico. Speriamo bene.

Vicoline care, spero di non essermi dilungata troppo e di avervi fatto sorridere.
Alla prossima!

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