Uno shooting che dà molto spazio all’immaginazione è quello che ha fatto Valentina Dallari per GQ
Corpo statuario, viso che buca lo schermo della tv ma anche della macchina fotografica e tutto lo staff affascinato da lei e la sua naturalezza a dimostrarsi sexy.
Eccovi gli scatti seguiti dal racconto del fotografo Davide Ambroggio che è rimasto letteralmente folgorato dalla bellezza dell’ex tronista e che praticamente per descrivere l’incontro scrive quasi un prequel di un libro che potrebbe diventare un bestseller.
(Clicca sulle immagini qui sotto per ingrandirle!)
Martedì mattina. Un giorno qualunque.
Devo andare da Nik D’ Amico, il mio hair stylist, per discutere alcune collaborazioni. Mi dice “verrei verso le 11 se fosse in te”
Nessuna domanda. Una cliente figa o qualcuno da presentarmi.
Quando arrivo là capisco che Nik ha giocato sporco.
C’ è Valentina Dallari, quella di Uomini & Donne. Giovane. Chiacchierata. Criticata.
Io vedo solo quello che mi compete: è perfetta per uno shooting.
Comunque è una sua cliente. E’ io è da un po’ che la punto.
In salone c’ è lei e un altro paio di signore di mezza età, della Bologna bene.
Valentina con Nik è in confidenza.
Con me no ma io sono un tipo così; non so essere timido. Sparo qualche cazzata. Servizi fatti, servizi da farsi, “Dallari, cosa aspetti a farti fotografare da me?”
Qualche mia foto l’ha vista. Sì, le piace.
Una manciata di minuti e sto già telefonando alla sua manager. Sono un killer.
Mi aspetto una lotta e invece non è affatto stronza.Anche a lei piace il mio lavoro.
Io mi sento un po’ figo a questo punto. Va detto.“Mi raccomando, è giovane, tutti le stanno addosso. Non fate foto troppo spinte”
Sicuro. Nessun problema.
(Mi sento già in colpa).Venerdì sera. Ore 20.30
La Dallari è hot. Questo l’ abbiamo detto. La Dallari è simpatica; questo va detto. La Dallari è piena di impegni. Questo è un dato di fatto.
Abbiamo finito per darci appuntamento venerdì sera, l’unico momento libero nella sua agenda del mese.
Un appartamento nel cuore di Bologna. Casa della mia stylist, Vale Cortesi.
Ultramoderno. Minimal. La mia stylist se la passa bene.
Siamo io, lei, Nik -l’ hair stylist- e Brenda, la truccatrice.
La Dallari arriva poco dopo con il suo team. Due ragazzi. Sono i suoi fidati consulenti ma è facile vederli per quello che sono. Amici. E questo mi piace. Alessandro e Mirko sono giovani come lei, due tipi cool senza arie da stronzetti. Mi stanno subito simpatici.
Valentina non va da nessuna parte senza di loro.Insomma, l’atmosfera è quella giusta. Un giro nel guardaroba per decidere gli outfit.
Avete presente poi il guardaroba di una stylist?
Solite discussioni da copione.
La stylist dice“le metterei questo”
Io dico “spogliamela, cazzo”.
La Dallari, nel mezzo, sorride e sembra più divertita che preoccupata da quello che dico. E’ il mio lavoro. Un lavoro duro.
Tra una battuta e l ‘altra ne approfitto per fare due chiacchiere – ne ho sentite tante su di lei.
A me pare una giusta.Quando cominciamo a scattare sono già quasi le 22.30
Siamo tutti rilassati. Si ride. Io le do le indicazioni. Un Beauty dish (che è una specie di padella col fondo argentato, per chi non è del settore) è in mano al mio assistente.
Lei è subito nel mood. Semplicemente, naturalmente sexy.
Non si deve mica impegnare tanto. Le viene proprio naturale.
Valentina sorride e ti conquista. Alta, slanciata, vitino sottile, seno generoso.
Mi sforzo di guardarla attraverso il mirino perché altrimenti potrei distrarmi seriamente.
E va così. Qualche risata. Cambio outfit. Giri per l’ appartamento cercando spunti per scattare. Risate. Il soggiorno, la cucina, la stanza guardaroba. Risate.
Ha addosso poche cose; ogni tanto qualcosa si sposta lasciando vedere troppo.
“Vale, forse dobbiamo coprire un po’ lì”
Lei ride “oh, sì, forse è meglio.
20 anni.Quando finiamo sono le 01.30 del mattino
Sono tutti stanchi.
Facciamo due foto ricordo. Lei saluta tutti con un abbraccio e “ciao, alla prossima!”.
Ho la serie. I fan di Vale apprezzeranno. Lei sembra contenta.
Lei è veramente figa. Per la cronaca.
– Servizio –
Foto & testo: Davide Ambroggio