Intervista a Valentina Dallari: l’anoressia, il ricovero, la lotta e la decisione se “vivere o morire”…ecco cosa possiamo imparare da lei oggi
Valentina Dallari finalmente sta lottando e vincendo contro la sua malattia: l’anoressia. L’ex tronista alta 1.75 mt era arrivata a pesare 37 kg. Ad un certo ha capito che aveva veramente bisogno d’aiuto: vivere o morire! Ecco cosa ha raccontato al settimanale ‘Nuovo’:
“Tutto girava intorno al mio corpo. Ho rischiato la vita. Sono molto elettrizzata dall’idea di tornare ad esebirmi come disc jockey, però ho anche paura di gestirmi ci sto lavorando. Mi sento sempre sul filo del rasoio. So solo che Voglio riprendermi tutto quanto con gli interessi. Quando arrivi in clinica ti senti un alieno. Sei circondato dalla malattia. Lasci casa tua e abiti lì per un tempo indeterminato. Le sfide sono i pasti e la bilancia il lunedì mattina.
Che cosa ti ha spinto ad affidarti a una struttura?
“Un giorno mia sorella ha deciso che era ora di smettere, mi ha preso e portato in varie strutture. Mi hanno detto che nelle mie condizioni fisiche, era necessario il ricovero”.
Un consiglio a chi soffre di questo disturbo alimentare?
“Farsi aiutare. Gli amici e la famiglia sono di grande sostegno: anche se si soffre nel decidere di guarire, ce la si può fare e si può essere libere. L’importante è ciò che sta dentro, non quello che c’è fuori.
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Quali sono i passi importanti per uscire dal tunnel?
“Decidere di guarire. I primi mesi non si accetta neanche di prendere un etto, ma il percorso psicologico aiuta a capire meglio sè stessi. Un giorno ti svegli e hai due possibilità: vivere o morire. La scelta sta a te.
Chi ti è stato più vicino?
“L’amore, la mia famiglia, mia sorella e Alessandro sono stati un grande sostegno. Non mi sono sentita sola”.
Speriamo tanto che la sua storia possa essere d’esempio a chi soffre come lei e possa essere veramente d’aiuto!
Grande Vale! Spero riconquisti pienamente la libertà
purtroppo non se ne esce mai del tutto, le fisse alimentari rimangono a vita le faccio i miei migliori auguri comunque
S’impara a gestirle benissimo, ci vuole solo tempo
Le auguro di continuare questo percorso verso la guarigione, di essere forte e pensare che è sempre meglio Vivere
Suoni dici che dipende da persona a persona? Io ho una persona molto vicina che ancora oggi dopo 15 anni ha serie fisse con il cibo, è un inferno per tutti noi che gli stiamo vicine quindi su questi argomenti sono molto scettica
Eli io non sono un’ esperta nel campo ma ho due amiche che ne hanno sofferto ai tempi del liceo e dopo un’adeguata terapia sono guarite. Non so se sia per tutte così, sono cose dipendenti dalla psiche quindi soggettive e non facili da affrontare. Mi dispiace per la persona a te cara , mi auguro possa uscire da questo incubo
Eli , per quello che so, posso chiederti se la tua conoscente si è affidata ad un buon psicologo? Perché solitamente queste problematiche sono causate da sofferenze che con il cibo in sé hanno poco a che vedere,ma trovano li lo sfogo. Bisogna individuare la radice del problema e da li inizia il percorso
Purtroppo Eli ha ragione, è una malattia con la quale devi imparare a convivere, che farà sempre parte di te, ma si può gestire se sei forte e consapevole e ben seguito.
Un in bocca a lupo a valentina è un percorso lungo è faticoso ,ma il primo passo è proprio accettare la malattia e farsi aiutare fin ad arrivare a gestirla in completa autonomia .forza Valentina non mollare mai sei già sulla buona strada
Suoni da uno psicologo no, solo da una dietista dopo un giorno di day hospital, aveva solo 10 anni. I primi anni sono stati terribili, ora non posso dire che non vada meglio ma ci sono dei giorni in cui scoppiano delle gran crisi…lo sbaglio probabilmente è stato quello di non rivolgersi ad uno psicologo, io ero molto piccola e non avevo voce in capitolo ma le persone intorno a me hanno scelto di seguire solo un preciso percorso alimentare senza altri aiuti
Era stato proposto il ricovero in ospedale ma hanno preferito portarla a casa e partire da lì, sarà stato anche un errore ma non è facile trovarsi in quella situazione e prendere la decisione giusta, soprattutto per una bambina di 10 anni
Eli, se possibile bisogna fare terapiacon ino psicologo perché da soli é quasi impossibile se il.problema é molto avanzato. Prima di tutto deve volerlo lei però, avere coscienza del problema e la volontà di risolverlo
Suoni la coscienza del problema non c’era, è stata portata a forza in ospedale e si è comportata malissimo con i dottori. Il problema non è mai stato risolto del tutto ma perché anche oggi lei sembra non riconoscere di avere avuto un disturbo, è un tasto dolente…è un gran peccato perché è una persona super intelligente, laureata con il massimo dei voti ma si porta dietro queste fisse mentali