FIGLI(E) DI UN DIO MINORE: NOTE SUL PERCORSO “SOMMERSO” DI LAURA E ANDREA
(AUTORI: LE RAGAZZE DELLA CASETTA DI LAURA)
Ovidio ha scritto che “amore e tosse non si possono nascondere”, ma, ai suoi tempi, non esisteva Uomini e Donne!
Il programma e’ semplice. Un ragazzo/ragazza siede sul trono con l’obiettivo dichiarato (ma non necessariamente sentito) di conoscere ragazze/ragazzi che potrebbero diventare compagne/i di vita. I percorsi sono sinuosi, tortuosi o lineari; sofferti, profondi o estremamente superficiali. Veri e sentiti o falsi e manipolati. A volte hanno andamenti espliciti e lampanti ed altre sottorranei. E si potrebbe continuare ad aeternum. Ma quello che contraddistingue ogni percorso e’ lo schieramento delle supporters di questo o quel candidato. Un gruppo di telespettatorri/trici , inevitabilmente, ravvede sentimento e “amore”, proprio laddove un altro gruppo non ci riesce e lo riscontra altrove. Ecco che la massima di Ovidio non trova affatto applicazione nel mondo di UeD!
Una breve statistica, fatta a naso, ci dice che in 20 anni di UeD, con una media di 5 tronisti per anno e una decina di corteggiatori per tronista, abbiamo un centinaio di tronisti e un migliaio di sgabellanti. A fronte di questi numeri non piccoli, troviamo un pugno di coppie vere e solide. Penso a Monica e Nicola, agli Aldessi, ai Colombi e pochi altri, un misero 0.5% a star larghi di manica. Quindi il programma autodenuncia, nei fatti, la propria vacuita’. Eppure funziona. Funziona perche’ le emozioni positive fanno bene, in modo contingente, qui ed ora, legato al momento, all’esterna, e vedere la nascita di un feeling, di un amore, di un’attrazione, fa bene tanto quanto ascoltare un’ opera lirica o guardare un bel quadro!
Finito l’incipit generale, vorrei soffermare l’attenzione sul trono dell’anno, quello di Andrea Damante, e sulle sue corteggiatrici di punta: Laura Frenna e Giulia De Lellis. La chiave di lettura del trono, a nostro avviso, e’ capire chi e’ Andrea, ma soprattutto cosa vuole Andrea, perche’ la scelta sara’ consequenziale alla definizione dell’obiettivo. Migliaia di utenti, la maggioranza, ritengono che la scelta ricadra’ senza dubbi su Giulia. Noi non lo escludiamo a priori (nessuno ha la sfera di cristallo), ma abbiamo prospettive diverse.
Passo ad illustrare una lettura che non ha nessuna ambizione di essere assoluta, solo una prospettiva. Il nodo della questione e’ la comprensione di Andrea, non solo il suo carattere e la sua personalita’, chiari e facilmente leggibili, data la giovane eta’ e l’estroversione, ma soprattutto il suo stato d’animo. Andrea e’ un rampollo. Sa che prima o poi dovra’ lasciare i giocattoli e prendersi le responsabilita’ di guidare un’azienda (quindi non solo del profitto che fa, ma anche delle persone che ci lavorano). Tende a ritardare la sua responsabilita’, e a cercare di viversi la gioventu’ dorata finche’ puo’ (ne conosco a pacchi, alcuni ritardano all’infinito!)….La Porsche, l’abbandono degli studi universitari, il lavoro da dj, TI, UeD ne sono manifestazioni concrete. Ma Andrea e’ un bravo ragazzo e sa, anche perche’ e’ attaccatissimo ai genitori (che mi permetto di dire che hanno fatto un gran lavoro!), che prima o poi gli tocca crescere e fare le scelte che ne conseguono. E la cosa, a 26 anni, puo’ far paura…Ci vuole un incentivo.
L’incentivo per crescere puo’ essere un sentimento, che ti fa venire la voglia di fare le scelte giuste, “quelle che contano”, (cit. Andrea). E, nonostante si sia andati in televisione, a fare l’ennesimo gioco, arriva “un fulmine a ciel sereno” (cit.) che distoglie l’attenzione da un percorso piu’ immediato, istintivo, e forse facile, con il diretto approdo a nuovi, ma ripetuti, lidi di gioco e spensieratezza. E quegli occhi, “che sono diventati un problema” (cit.), occhi che, aldila’ dei proclami televisivi, scrutano, scavano, osservano, mettono in crisi, sono fonte di dubbio. Il dubbio della scelta, certo, ma forse non solo quella televisiva. Il dubbio di dover investire tanto e raccogliere poco, perche’ lei chiede evidentemente tanto. Lei non e’ una con cui si fanno teatrini, peraltro gia’ fatti (cit).
Il carattere di Laura s’e’ visto nella prima esterna. Struccata e in costume da bagno olimpionico (niente di sensuale), ha sfidato Andrea ad una gara di nuoto e l’ha vinta. Non l’ha lasciato vincere, come avrebbe fatto una gattamorta. Laura si concede, ma ha paura di starci male e chiede, tanto. E altrettanto fa lui, in un loop complesso, che non avrebbe senso, se non motivato da “qualcosa”, e date le opzioni alternative, soprattutto una, decisamente desiderabili, se non desiderate.
Ma lui concede (sempre). Concede il bacio, dopo che lei confessa le sue paure (sarebbe un gran bastardo altrimenti, tanto piu’ che ha dimostrato di sapersi trattenere), la presentazione al padre, la giornata a Milano, la difesa indefessa in studio, la rassicurazione sull’apprezzamento estetico (con l’esplicita clausola, che prescinde dall’apprezzamento generalizzato), la dichiarazione di pensarla sempre (col caveat, prima non lo facevo), la “rincorsa” quando lei non resiste piu.
E anche Laura concede sempre, anche se ha dei blocchi emotivi e delle barriere “difensive” alla sofferenza molto forti, e quindi si lascia andare, e lo dichiara in studio, lo coccola continuamente, gli scrive, lo “salva” in un momento di defaillance, quando il Dama, proprio lui, rimane senza parole, con quel “Lauraaaa” in sospeso, e lei, invece di infierire per voler conoscere un pensiero che la riguarda, lo toglie dall’impasse invitandolo a ballare. Piccoli segnali di “qualcosa” che noi, amiche di Laura, crediamo di vedere ovidianamente!
Un percorso minore, meno lampante, che ci e’ piaciuto. Una ragazza molto raffinata, composta, intelligente, forte di carattere, ma con fragilita’ e paure di farsi male, che ci e’ piaciuta. Senza togliere niente alle altre. Senza l’ambizione di credere di sapere tutto, ne’ la maleducazione di prevaricare. Tutto qui.